LIBRO OTTAVO. 457 in Campo, c Marc’Antonio Morofini, Cavaliere, Provedito- 1630 re nel Bergamafco. Non omelia la cura dello Stato, furono cipediti Proveditori fopra la Sanità, nel Padovano Giovanni Piiani, e Luigi Valareilo, Cavaliere, nel Vero nefe j mentre, anco in Venctia prorotto il male con gran violenza , dopo cfler'andato per qualche tempo latentemente ferpendo, fi ricercava vigilanza, e difpendio infinito. Veramente nè regole migliori, nè ordini più puntuali poterono darii, gareggiando con raro efempio la carità publica , e la pietà de’privati. Onde, procedendo il governo con tenore immutabile , mai s’omifero le funtioni de’ loliti Magiilrati della Republica . Non fi ricordavano i Senatori d’haver veduto nello fteifo tempo da tante parti la Patria velfata j perche anche da quel-la del mare infurgeva ben grave borafea , accioche non ve ne folle alcuna, che non portafìe travaglio, e non ricercaife tirila Sorti. coftanza . Maria , Sorella del Rè di Spagna , promeflà a Fer-dinando , Rè d’Ungheria, Figliuolo di Cefare, con numero- U fo iluolo di Galee, e con pompa degna di tanti Principi, a Napoli giunta, intendeva di palfar’a Triefte con la flelfa Armata Spagnuola , ingrolfata dalle folite fquadre de'Principi Italiani, perche il camino di terra per Genova, e Milano veniva dalla pelle interdetto. Ciò , per offendere il dominio del mare, non poteva tollerarfi dalla Republicaj ch’offeriva tutta , ò parte della fua Armata, per fervir’ al trafporto j ma la ricucivano gli Spagnuoli, allegando il timore, ancorile fal-fo, che foifero anco i legni de’ Veneti dalla contagione infettati . L’ Ambafciatore di Spagna, credendo , che il Senato , divertito da tante cure, foife per condefcendere al pregiudi-tio , gli partecipò il tranfito della Rcina coll’ Armata della Corona , chiedendo , che fe accadelfe toccare i Porti della Republica, vi folfe accolta con buon trattamento. Ma in ri-fpofta fentì con gravi ragioni un’aperta ripulfa j di che mo-ftrando i Miniftri Spagnuoli difguito, minacciavano di pafla-re anco fenza confenfo . Fu per tanto dal Senato eommeffo ad Antonio Pifani, Generale dell’Ifole, che unita, & accrc-feiuta i’ Armata con le Galee di Dalmatia , e di Candia, e con dicci Vaicelli armati per quell’ occorrenza , s’opponeiTe all’ ingrcifo, e combattei!«; chi con Le^m annati volelle tentar-