546 DELL’ HISTORIA VENETA feriva i Configli , non può fuggerirceli con voci più cfaa re, che con additarci la congiuntura, con fommìnifirarcì le for%e . Ma che dico le for%e ? bafla , che la Republìcu vi contribuifca il fuo TSLome. Sì, "Padri, quefto ci bafla' e quafi non altro, che quefto fo/o ricerco: perche Ì Italia già fianca dalle guerre , dalle gelofte, dalle dìfeordie, che per tempo sì lungo v hanno Jparfe i fuoi perpetui ISLemìcì bora follevata, (j* unita vuole fcuotere a un colpo folo II giogo y e fe il vofiro Senato ha tante volte generofamente procurato dì fervìr d efemp io , bora da Voi non fi rìcbìe. de, che /' approvatone, il confenfo. TSLon lo dìffimulo j qua-fi tutti i Princìpi Italiani fono di già, ò alla Spagna 'Ibernici aperti, ò alla Francia Amici occulti,* ne altro attendono a dichiarar fi, che il credito della Vofira prudenza. Sta, dunque in vofira mano la fot^a, il con figlio, il deftino d Italia. lo non ricordo i danni antichi, le recenti gelofìe, i perpetui fofpetti. Bafla dire, che la dominatione Spagnuola, tremenda a tutti, teme tutti j che odia quelli, che terne, e che ugualmente è immoderata ne gli odii, e nelle vendette eccedente. Hora, che altro può dir fi, fe non che dall' altrui patien^a è più , che dal poter fuo prefervata ? Inva fi, (j‘ in tutte le parti divi fi gli Auflriaci, provano più toflo ilpefo, che le for^e della loro fmifurata potenza, ne poffono reggere più a lungo la vafla mole della loro grande^a. Il Mi lanefe particolarmente, dove la fede della guerra hanno pofla, e la for^a infieme, che per tanti anni ha veffata Ì Italia, chi può più ripararlo < Sguernito dì for^e, nel governo confufo , affatto da tante parti , fuori d ogni foccorfo, e fe Voi volete, da /campo .lo sò, che non mancheranno d allettarvi ì Mi’ niftri Spagnuolì ; ma credetemi, che non fono gratuite le loro lufinghe. Provengono dalla confidenza delle prefenti fiacchezze ; dal rìmorjo dell ingiurie paffate . Anche la ferpe , che, torpente nel Verno, ha fopito, ma non e flint o il veleno, quando di nuovo il raggio del Sole la tocca, fi gira, fi torce , fpira in fine la morte. E che farebbero altro gli Spa-gnuolì , fe la fortuna propitia un altra volta afpiraffe, ebe sfogar le vendette , i riferimenti, e i ojfefe, che, durante t avverfa, tengono nel cuore Juppreffe ? ISLon credette , che