— 116 — tro marinaro di Ossero. Esso che, come già è stato accennato, tenne per secoli, fino dall’epoca più antica, il primato sulle due isole e decadde soltanto per la sopravvenuta insalubrità, fino a diventare oggi un villaggio, deve la sua passata grandezza alla posizione strategicamente importante in cui è sorta. Difatti, chiusa e difesa da ogni parte, Ossero giace proprio là dove comunicano fra di loro le due isole di Cherso e Lussino, dove si congiungono i due mari — il Carnaro e il Carnarolo, — che le bagnano, in mezzo ad una zona cosparsa di vigneti, oliveti ed elceti, che fanno dimenticare il triste e desolato spettacolo di quella brulla e uniforme regione che non a torto per il suo caratteristico aspetto, è chiamata « Arabia Petrea ». La cittadella, agglomerata intorno alla sua antica basilica, ricorda ancora con i resti delle turrite mura, la Ossero medievale. Come già è stato detto al principio del capitolo, assai diffuse sono sull’isola le dimore rurali isolate, le quali sono chiamate « stanzie » (1). Esse, che nella divisione della proprietà terriera costituiscono il grande possesso, predominano, come risulta dalla carta topografica, in generale nelle zone boschive (in Tramontana ed a mezzogiorno, nel tratto fra Ossero e Puntacroce), mentre appaiono sparse qua e là in quei posti dóve l’esistenza di buoni terreni coltivabili ha permesso di trarne profitto mediante varie colture redditizie; caratteristiche fra queste ultime, la stanzia di S. Biagio situata su quella sporgenza che a mo’ di penisole si protende verso il Carnaro fra la Valle Grande e il Vallone di Cherso, e quella di S. Vito, nel tratto fra la conca di Smergo e la Valle Crustizza, dove (1) Per quanto riguarda il significato e l’origine etimologica di questa parola, giova ricordare che essa è, nel suo uso sull’isola, abbastanza recente. Infatti ancora alla fine del sec. XVII, le tenute erano chiamate « mandrie », come quella di S. Vito, S. Biagio, S. Lorenzo, S. Pietro di Mezzavia ecc... Soltanto più tardi ad esse venne dato il nome di « stanzie », il quale vocabolo, data anche l’analogia evidente con 1* « estancia » spagnuola d’oltre Oceano, io credo sia stato usato per « stanza » e significhi « dimora ». La parola è in uso anche nell’Istria Rossa.