— 16 — quali s’innalza a 1396 m. il monte Maggiore, la più alta cima dell’Istria. La sua falda orientale s’immerge, ripida e scoscesa, nel Quarnero, formando la depressione tettonica del canale di Farasina e poi trova la sua continuazione nell’isola di Cherso. Un’altra diramazione secondaria continua lungo la costa orientale dell’Istria, finché con la Punta Nera scompare sotto il mare per riapparire poi col monte Ossero sull’isola di Lussino. Risulta, adunque, dalla breve descrizione di questa zona calcarea, come l’isola di Cherso non sia che la naturale e diretta continuazione geologica e orografica del Carso, di cui sono prolungamento i Caldiera, e precisamente essa continui quel ramo meridionale del monte Maggiore che ripido si sprofonda nel mare sino alla quota batimetrica di 66 m. e dopo circa 5 km. riemerge formando il rilievo montuoso dell’isola di Cherso. Se, navigando intorno all’isola, si osserva da lontano il profilarsi dei suoi rilievi, si nota subito che questi raggiungono il massimo di elevazione nella parte settentrionale e precisamente in quel tratto dove l’isola è più stretta. Qui infatti si trovano le cime più elevate e cioè : quella del monte Sis con 638 m. e quindi subito vicina, procedendo in direzione NO, la quota del monte Alto con 650 metri e quella del monte Aquila con 601 m. È da notare che queste sono le massime quote di elevazione raggiunte su tutte le tre isole del Carnaro, poiché quella di Lussino si eleva fino a 588 m. col monte Ossero, quella di Veglia a 541 m. col Velikivrh (monte Grande). Man mano che si procede verso la parte centrale dell’isola, dove appunto questa si fa più larga, l’elevazione del terreno va diminuendo per raggiungere poi, ancora una volta, nel tratto ad occidente della depressione del lago di Urana, alcune quote degne di nota, come quella del monte Chelm con 483 m. Nella parte meridionale, il rilievo dell’isola va sempre più degradando verso il Carnarolo per poi sfumare dolcemente in seno alle sue onde. Il carattere morfologico essenziale dell’isola è dato dall’esistenza di ripiani calcarei sormontati, più che da vere catene, da dossi, ora allungati, ora più o meno tondeggianti. Assai larghi sono questi ripiani nella parte meridio-