— 65 — verso i confini orientali dell’Italia (i quali più tardi da Augusto e dai suoi successori furono portati ancora più verso E.) abbiano anzitutto pensato a difenderla il meglio possibile. Era quindi necessario che distribuissero sulla stessa, nei posti strategicamente più importanti, i loro presidi che fossero pronta e sicura guarnigione nel caso di qualche improvviso pericolo. A buon proposito trovarono sull’isola i numerosi antichi castellieri che tanta parte avevano avuta nella vita di quelle popolazioni indigene quale loro posto di abitazione e difesa, nè li abbandonarono. Chè anzi, riconosciuta la grande importanza che avevano per la loro posizione strategica, stabilirono proprio sugli stessi i loro « castra munita » e li presidiarono con legionari e veterani. Però era indispensabile, perchè la difesa fosse valida, una facile e rapida comunicazione fra i diversi posti fortificati e rispettivamente fra questi e i centri abitati ormai distribuiti in tutte le parti dell’isola. Quindi è positivo che i romani, abili costruttori di strade, ne abbiano costruito delle nuove anche sull’isola, in modo da permettere uno stanziamento più denso della popolazione. Infatti lo sviluppo, durante l’epoca romana, di centri importanti, quali « Caput insulae » (l’odierna Caisole), Hibenicia (Lubenizze) e minori come Ustrinà (Ustrine) e Urana (Vrana) fan di già ammettere l’esistenza di strade che mettessero in comunicazione, oltre che per la via di mare più lunga, anche per la via di terra queste località fra di loro e con gli altri centri dell’isola. Centro principale fu Apsorus; e tale fu il suo sviluppo che essa divenne, in un tempo relativamente breve, una delle più importanti città di tutta la regione adriatica. Infatti, importante come scalo nelle relazioni commerciali fra Venezia, l’Istria e l’Illirio, comunicava con tutti gli altri centri marinari dell’Adriatico. Raggiunse una popolazione di circa 20.000 abitanti, i quali furono ascritti alla tribù Claudia; ce lo provano tre iscrizioni che furono scoperte ad Ossero, come pure il fatto che ad Albona vennero alla luce cinque iscrizioni con lo stesso nome, proverebbe che tutte e due le città furono ascritte alla stessa tribù. Apsorus fu 5