364 e correvano tra i cento noti scogli indisturbati a divider la preda ! Il diritto delle genti doveva trionfare coll’ egemonia di Roma sul Mediterraneo : se il mare da Roma a Cartagine era libero, se tutto attorno alla Magna Grecia la nave romana era sicura, perchè non doveva esserlo pure 1’ A-driatico e specialmente i numerosi porti dell’ Istria, attorno ai quali una flotta poteva bene seguire le mosse di un e-sercito che da Aquileja per terra giungesse a Fola ? E quando Roma desiderava, voleva : se voleva, otteneva. Al Senato dunque furono proposte delle accuse paren-torie contro gli Illirii e i Liburnii in generale e contro gli Istriani in particolare. I" Piraterie incessanti e micidiali di costoro durante le guerre puniche. Era questo considerato dai Romani come un delitto. Quando un popolo li attaccava mentre erano coinvolti in una grossa guerra poteva star certo che la guerra bene o male finiva presto per ritorcere contro di esso tutta la furia della loro vendetta. Una regina degli Illiri, Teuta, già fin dal 229 a. C. aveva fatto un saggio di tai vendette romane. 11° Il vecchio ricordo di quel Demetrio di Faro che divenuto grande per la potenza romana che lo proteggeva, divenne fedifrago al punto di vagheggiare un regno indi-pendente collegandosi cogli Istriani, divenendo così corsaro potente e temuto. Nè la sua sconfitta scemava il cruccio dei danni patiti. (221 a. C.) Ili0 L’aiuto recente dato dagli Istriani agli Etoli greci onde fu più lunga la resistenza dei secondi nella guerra contro i Romani (190 a. C.) Ce n’ era anche di troppo per un dominatore geloso e prepotente come il romano, e non appena la sanguinosa seconda guerra punica fu terminata, Roma pensò all’ Istria. Ma minacciando di fronte, tattica voleva che fossero sicure le spalle, e cioè : assicurandosi prima della soggezione del