LIBRO SETTIMO. 419 more, corfero uguale fortiina nell’empito delfo Majanfelt, e Coira, dove il Signor diMemin, Ambafeiator Francefe, che vi fi ritrovava, fù arredato, e cudodito prigione. Il Conte Giovanni Merode conduceva queda partita di gente , come di vanguardia, confidente di dieci mila fanti, e mille cinquecento Cavalli. A quell’ opprellìone della Rhetia tremò veramente l’Italia, vedendoli imminenti i più gravi pericoli. L’ Ambafeiator di Spagna , & il Refidente Cefareo , per drin-gerli con maggiori fofpetti, ò per tentarli in congiuntura di loro grave apprendono, participarono a’ Venetiani la marchia di quelle militie, come (blamente diretta, per fodenere in Italia le ragioni deif Imperio, alle quali il Re Cattolico ancora, tanto congiunto di fangue , e d’intereife con Ferdinando , non potea negar l’affidenza. Invitavano perciò la República a fecondare il difegno, & adheriré al loro partito, acclamato dall’ occaiìone, e dal Cielo, perch’ella ancora nella loro Amicitia ritroverebbe quiete , e vantaggi. Il Senato , fo-lito appunto ne’ rifehi più gravi a dimodrarfi più rifoluto, e collante, con brevi, e gravi parole corrifpotlo all’ offitio, s’ applicava alla propria difefa, facendo levate , e con danari , viveri, & ogn’altro apparato, munendo le Città principali, e le piazze. Si divulgava, dover nel Friuli cadere le armi 3 nondimeno ogn’uno credeva, che Mantova foife la prima colpita . Per elfer quello Stato , come Penifola , interfecato dentro quello della República, le premeva, iicome proprio, il pericolo . Perciò, dopo haver’efpedito Marc’ Antonio Buiì-nello, Secretario, per rilieder’ in Mantova, inviò al Duca danari in gran fomme , munirioni, e Cannoni con gualcatori, e ingegnieri, accioche la provedelfe di grani, e con fortifìca-tioni la premuniffe . In Francia con grand’ ardore inlìlteva per diversioni, c foccorfi. Ma il Rè , fe bene per 1’ oppreliione de’Grifoni, e per l’arredo del fuo Ainbafciatore fi dimodraf-fe accefo di graviilìmo fdegno j ad ogni modo , in vece di ricondurli a Sufa, fi redimì a Parigi , leguitandolo il Richelieu con la Corte. Quedo viaggio, che atflille l’Italia, e colpi i Venetiani di grave difgudo, non tanto hebbe impuifo dall’ apprenlìone del Rè , che vedeva molta nobiltà nel fuo campo cader morta , ik inferma, quanto dalle machine, che conira D d 2 / il 162 9 t coll' *r-refto del Miniflro Francefe. dui Catte-li co , e di! Cefareo ap-preff.o i Veti et ¡ani ho-neflandofi quefla tnef-ja co'Diritti dell' Imperio in Italia . invitati a ptrger mano all'Imprrfii. recifisP indugi con le rijpofte. affrettano le difefe . Mantova fola credtt-tafi Vprin-cipal h erfiglio dell'Invadine . chi gene-fofamente la foccorrono . ricorrendo in vano per d v rfiiñi a Lodovico. ritornato nel Regno.