464 donia ebbe gran parte nello scisma istriano dei j capitoli ripudiando il concilio costantinopolitano e il costituto pontificio su quella grave questione in un concilio da lui indetto ad Aquileja nel 557. Fortunato patr. di Grado e Paolino patr. di Aquileja, sul finire del secolo Vili.0 e al principio del IX.0 ambidue politicanti e destri, intenti a far trionfare con indomita energia la prevalenza della propria chiesa sull’ altra, e di avocare ciascuno a sè la giurisdizione dei vescovati istriani. Essi segnano il principio dell’ epoca delle donazioni più frequenti e più importanti di dominii temporali alla podestà ecclesiastica. Fortunato però fu travolto dalla sua stessa smodata ambizione del potere : dovette esulare dalla propria diocesi, e visse torvo e turbolento. Volchero patriarca di Aquileja (1204-1218) fu uomo « di grande ingegno letterario, politico e diplomatico, e d’ indole cavalleresca ». Tempra ferrea e mente ricca di politici accorgimenti ottenne nell’ anno 1209 dall’ Imp. Ottone IV.° il marchesato d’Istria, dacché Lodovico degli An-dechs duca di Baviera gliene faceva spontanea rinuncia. Fu avverso ai Veneziani e parecchi anni spese in una rete di trattative* di rotture, di discordie atte ad escludere ogni ingerenza di Venezia sull’ Istria. Bertoldo, Patriarca (1220- 1251), della famiglia degli Andechs, ebbe confermato il marchesato dell’ Istria, cui difese contro la stessa famiglia che se ne voleva avocare gli antichi diritti. Furono 10 anni di discordie famigliari tra il Patriarca e il proprio fratello, il quale nel 1230 dovette cedere. Bellicoso e tenace continuò la politica di Volchero, avverso ai Veneziani, in lotta coi vassalli d’ Istria, solo sorretto a Pola dai Castropola. Altri patriarchi che lasciarono fama di sè nella politica e nelle armi furono : Gregorio da Montelongo (morì nel 1269), Raimondo della Torre, bellicoso quant’ altri mai, ne-