437 Per dipartirmi definitivamente dall’ Istria romana che ha massima potenza di suggestione, stimo opportuno condensare i fatti principali dell’ Impero romano in una breve cronistoria accennando volta a volta all’ Istria colla quale quei fatti si colleghino. Lo stesso farò per l’epoca delle prime invasioni barbariche arrivando così al dominio bizantino sotto il quale l’Istria godette protezione e pace. Limiti dell’ Istria romana. — Al tempo dell’ Impero l’Istria romana era compresa fra il Timavo e l’Arsia, fra l’Adriatico e le Alpi Giulie. E cioè : Dall’Arsia per il corso del Bogliunsizza si arrivava al Monte Maggiore ; si procedeva oltre fino alla catena dell’Albio (oggi M. Nevoso) : seguiva le sommità delle diramazioni delle Giulie, giungevasi a Longaticum, passava per la Selva Piro e per Zoll scendeva al f. Frigido (oggi Vipacco) e quindi al Timavo. Il vero confine naturale, geografico ed etnico ! Venetia et Histria. — Quasi non bastasse a consacrare i diritti geografici ed etnici quel magnifico confine che i romani s’ affrettarono a fortificare perfino con quei colossi di valli di cui abbiamo sull’ orme del Puschi estesamente parlato più addietro, venne 1’ aggregazione fatta da Augusto del-l’Istria alla Venezia, cioè all’Italia. E fu precisamente nel 27 a. C. che Ottaviano Augusto volle dare unità politica al Veneto e all’ Istria facendone la « A'.a regione italica » « Venetia et Histria »: un fatto storico della massima importanza per l’Istria, perchè, come bene nota il Benussi, la rese « non solo partecipe delle esenzioni e dei diritti per i quali gli Italici andavano distinti dai provinciali, ma inalzò eziandio le città istriane, formatesi nel periodo della dominazione romana, al grado di municipii perfetti. » Divisione romana del territorio istriano. — Avendo parlato addietro dell’Agro polcnse, uno, anzi il principale, dei circondarii in cui fu divisa l’Istria, sta bene si accenni anche agli altri. Soppresso il luogotenente provinciale nel famoso anno 27 a. C. della aggregazione all’Italia, l’Istria ebbe una naturale divisione in quattro circondarii, ciascuno dei quali aveva un perfetto municipio. E precisamente : I.° il territorio compreso fra l’Arsa e il Leme (Limen ?) subordinato alla co- lonia (municipio) di Pola ; II.° quello fra il Leme e il Quieto soggetto al municipio di Parenzo ; III.° quello fra il Quieto e la Dragogna assegnato al municipio di Emonia ; IV. quello fra la Dragogna ed il Timavo dipendente dalla colonia (municipio) di Trieste. Al municipio di Trieste Augusto attribuì pure la regione abitata dai Carni e dai Catali sino alle Giulie. L’Istria montana comprendeva pure il cantone dei Secussi con centro a Ptof Silvestri — L’Istria 5°