358 ricciuola di poco momento dato al suo popolo due giorni di pubbliche feste, nò ordinato con decreto senatoriale il trionfo al Console Claudio. Gli stessi ultimi episodii della guerra sono improntati ad una cotale ferocia, da mostrare i Romani decisi a farla una buona volta finita : tre città smantellate, 5632 persone fatte schiave, gli autori della guerra prima flagellati e poi decapitati, migliaia di prigionieri passati a fil di spada, grosso il bottino tra i soldati oltre le speranze, tutto ciò mostra non solo che non si volevano altre brutte sorprese per l’avvenire, ma anche, e più ancora, che ci deve essere stato qualche cosa di vecchio da vendicare, vergogne e umiliazioni inflitte dagli Istriani reputati quasi barbari e poveri, ma le cui vittorie potevano, date le proporzioni, essere degne del civilissimo popolo cartaginese. Ad ogni modo non vogliamo per amore dell’ asserto vagare troppo nelle deduzioni. Nel suo bel lavoro « L' Istria fino ad Augusto » il Dott. Benussi storico triestino valoroso e simpaticissimo che alla erudizione esatta unisce un geniale acume di critico, ha molto bene esposta, per quello che ci rimase dei documenti scritti, la conquista romana. Io sulle sue orme e tenendo anche d’ occhio il testo di Tito Livio narrerò quanto più posso brevemente le condizioni dell’ Istria all’ e-poca romana e la guerra. Comincio dalle probabili condizioni degl’ Istriani a quel tempo. Il capitolo dell’ etnologia istriana, problema che io curai a bella posta quanto meglio mi fu possibile, ha un’ importanza non soltanto scientifica in sè, cioè per stabilire davvero da quali razze possa il primo substratum di abitanti istriani essere stato influenzato, ma anche in relazione alla conquista romana. Le vicende di una guerra di usurpazione o di conquista seguono per la ragione logica dei fatti tutte quelle circostanze che prepararono o promossero quella guerra.