mascella inferiore dell’ istesso animale (i). La scoperta doveva lusingare assai 1’ esimio professore ove si pensi che fino al 1884 il museo triestino, eccetto un paio di mascelle dalla caverna di Laas presso Zirknitz, non possedeva ossa di orso spelèo che da località lontane, dall’ Ungheria, dalla Gallizia, etc. Premettiamo alcuni dati di questa caverna, uno dei tipi più perfetti alla dimostrazione di tutta una fauna i-striana diluviale e della accertatissima coesistenza dell’uomo e dell’ orso nelle abitazioni spelèe. Misura in lunghezza 190 m. (vedi Tav.): la vòlta alta circa 10 m, s’ incurva sopra un vestibolo magnifico lungo 49 m. largo in media m. 20, poi piega ad angolo retto scendendo per 15 m. (profondità massima interna) il che dà una profondità totale di m. 27 dall’entrata, e di m. 36 dal margine della depressione. A questo punto segue la parte maggiore della caverna, perfettamente piana, occupata dalla solita argilla rossa con qua e là delle pozze di acqua perenne ove vive il crostaceo spelèo : Niphargus stygius. È un tratto di 68 m. di lunghezza: il vano è sempre ampio e spazioso, la vòlta mantenendo sempre un’altezza media da 10 a 12 m. e una larghezza da 18 a 20 m. Senonchè all’improvviso ci si trova dinanzi a una grave rovina : massi in confuso, enormi colonne rovesciate. La grotta s’ inalza, e 1’ ultimo suo tratto di 47 m. con numerose, varie e belle stalattiti. Molto acutamente e a ragione pensò il Marche-setti di concentrare le sue ricerche in quest’ ultima parte della caverna che presentava ripiani asciuttissimi, e che col suo forte pendio permetteva alle acque di scorrere nella parte più bassa di essa, dando quindi ai cavernicoli una (1) Atti dell’istituto geologico di Vienna, anno 1885 (VerhandlN. 4. P- 123).