5l6 al fiorentino Veracini anch’ esso un colosso del violino. Succede quindi un tempo di intenso studio e al quale si deve la scoperta di tutti quei fenomeni acustici che lo resero celebre non solo come esecutore, ma come compositore e critico-scienziato della musica. L’atto con cui si delibera il 3 aprile 1721 di chiamare il Tartini a Padova dice: « Avvertilo pienamente della V. A. Congregazione di eondurre il signor Giuseppe Tartini, suonator singolare di violino co’ l stipendio annuale di fiorini 150 e di dispensarlo dalla Prova la sua notoria eccellenza in tal professione » La paga era meschina, ma il Tebaldini aggiunge che ebbe il permesso » di suonare nei teatri ed altrove quando fosse richiesta l’opera sua. » E fu richiesta a Praga dal conte F. Frane. Kinsky, ottenendovi uno straordinario successo. Ma poi stabili sen-z’ altro di non accettare più alcun invito resistendo a domande di cospicui personaggi che lo richiedono invano di concerti : tra questi, Luigi Enrico principe di Condè, il duca di Noailles, Milord Midlesez che gli offriva nientemeno che 3000 sterline (circa 30000 fiorini) ! fece un’ eccezione per Roma, chiamatovi dal Card. Olivieri : e vi suonò dinanzi all’ intera aristocrazia romana, alla corte papale, e presente lo stesso Papa Clemente XII.° Non abbandonò poi più la sua Padova, eroe del lavoro così che a 70 anni era costretto a dar lezioni mattina e sera, gran parte della notte vegliando sugli autori suoi prediletti. Nel 1768 ebbe un attacco di paralisi con-vulsiva, e due anni dopo, il 26 Febbraio 1770 un carcinoma al piede lo spense, a 77 anni e 9 mesi. Il merito del musicista è descritto dal Quanz, celebre flautista tedesco, così : « Era difatti uno dei più grandi suonatori di violino... maestro nel diteggio come nell’ arcata... Eseguiva le più grandi difficoltà con la massima chiarezza, senza fatica alcuna. » E il celebre Schubart diceva : « Tartini ha sistematizzato 1’ arcata e la diteggiatura » Numerosissime sono le sue composizioni rimasteci : fra esse quella che è più popolare è la sonata « Il trillo del Diavolo. » L’ Ugoni disse di lui compositore : « Scosse il giogo troppo severo del contrappunto, e fu dopo il Corelli, che già aveva cominciato ad emanciparsene, il primo a liberare le sue melodie da quei continui attacchi a modo di fuga che impedivano il volo all’ ingegno, producevano molta monotonia, e toglievano ogni leggiadria ai componenti... » Ecco il giudizio dell’ astronomo francese la Lande : « On ne peut gu'eres parler de musique à Padoue satts citer le ce'lèbre Joseph Tartini qui est depui long temps le premier violon de l’ Europe... On 1’ appelle en Italie il maestro delle Nazioni so il pour la composition » E finisce : « Personne n’a mit plus d’esprit et de feu dans ses composition, que Tartini. » Di queste e di altre citazioni è pieno il bello studio che ne fece Gustavo Wieseberger di Trieste, dottissimo musicista che di Tartini scrisse, come il Tamaro, nell’occasione dell’ inaugurazione del monumento in Pirano al sommo artista. Saline. — Dissi che uno dei cespiti di guadagno dei Piranesi sono le