239 Non è senza commozione che si possano ricostruire quei giorni di affannosa lotta per 1’ uomo insidiato notte e giorno pel possesso di una caverna, quando nelle ore di tregua egli si apprestava con tutto 1’ ardore della disperazione le armi alla pugna così ineguale, ma dove poteva carpire la vittoria colla riflessione del suo spirito, coi van-taggi dell’ astuzia, colla sovranità dell’ intelligenza, contro tutta la preponderanza selvaggia della forza dei bruti ! E quando affondiamo la zappa sul lehm spelèo e si mettono alla luce carcasse di orsi giganti od interi ossari di iene e di sciacalli, e non molto discosti si rinvengono i resti del-1’ uomo, pietà ci prende per quelle prime miserrime condizioni degli avi nostri, che a prezzo di sangue, dolorando, tra cruenti battaglie, con lagrime e funebri lamenti conquistarono grado a grado la via della civiltà. Ecco le punte della selce, ecco le corna di poderosi cervi, ecco i rozzissimi manufatti, ciottole, pentole male impastate, peggio cotte; e tuttavia: sarebbe del tutto destituita di senso comune la domanda: siamo noi oggi più infelici di loro? Ma risaliamo alla superficie, sotto lo splendore dell’ i-talo cielo. Eccoci all’ altipiano donde lontano si scorge tremolare la marina che da Pola a Salvore a Trieste ha susurri come di baci, e pare lieta riferisca alla spiaggia cose arcane, cose belle dell’ opposta riva donde a lei un giorno veniano e ne ritornavano opime le galee ducali. L’aspetto dell’ altipiano è sovente desolato : ma ciò che più ferma la nostra attenzione è la quantità di cavee imbutiformi, di foibe o fosse (i) a contorno circolare e con pareti abbastanza ripide. Il diametro di tale contorno varia moltissimo ; si va da pochi metri a parecchie centi- (i) Latino fovea, donde per naturale sostituzione labiale fobea\ quindi per usitatissima mutazione dall’ e in », fobia e infine per metatesi comunissima, foiba.