5* * Le acque di Salvore, mi parlavano dunque di storia, e mi godevo tutto nell’ immergermi col pensiero all’ epoca gloriosa dei nostri comuni, commosso ed orgoglioso di essere figlio di quella grande Venezia la cui potenza coloniale « seconda soltanto alla Francia, fu maestra a quella delle città marittime italiane ed all’ Europa marinara tutta ». Mi dirigevo col piroscafo a Pirano e, per mia fortuna, ne era capitano il Cav. Rosso. Mi si era detto che il capitano Rosso era stato insignito della croce di cavaliere dall’ Italia e dall’ Austria per un prodigioso salvataggio operato di due chioggiotti, e desideravo averne certezza da lui stesso. E un pezzo d’uomo tarchiato e robusto che mi narrò senza ostentazione e con accento bonario la sua eroica azione. « Stavo nel porto di Trieste, mi disse egli continuando a manovrare il timone, e viensi a sapere che molto al largo s’ era capovolto un bragozzo ad alberi, di grande mole. Si sapeva che si erano presi sotto due pescatori, un giovane e un vecchio, i quali potevano trovarsi tra il vano formato dal pelo d’ acqua e la volta della chiglia. Se così era avvenuto, si diceva, bisognava correre subito a sollevare il bragozzo colle macchine. Il mare era furibondo, tuttavia gli aiuti si mossero da Trieste arrivando in breve sul luogo del naufragio Vi accorsi anch’ io. La chiglia del bragozzo usciva dalle acque in maniera che sotto forse concedeva ai naufraghi di tenere nel vuoto la testa e forse anche le spalle : ma in quel bujo perfetto coll’ assordante fracasso del mare, colle violentissime scosse dell’ intero bragozzo che ballonzolava come un fuscello, e, più che tutto, colla terribile visione di una morte così disperata, avranno potuto si diceva, resistere tutto quel tempo che era accorso prima per accorgersi del naufragio e poi per arrivare sul luogo col piroscafo di salvataggio ? Può imaginare quindi con quale ardore febbrile non ci mettemmo tutti al lavoro. Si trattava di sollevare la poppa o la prua del bragozzo e in qualche modo rovesciarlo. Ma le onde erano così furenti che ogni tentativo riusciva vano, anzi si peggiorava la sorte dei due infelici, perchè ad ogni piccolo sollevarsi del bragozzo che poi ricadeva in acqua più profondamente, il vuoto in cui si trovavano i naufraghi si restringeva vieppiù togliendo sempre più quella poca aria che serviva loro alla respirazione. Si era disperati, perchè non mancavano nè il coraggio nè lo sprezzo del pericolo, ma i mezzi materiali, cioè delle leve potenti per capovolgere il bragozzo. Si erano già dati gli ordini per ritornare in porto a Trieste, quando mi balena un lampo felice alla mente. — Tornare indietro? grido esasperato. Ah no, viva Iddio ! Mentre è possibile ancora salvare due vite si deve tentare tutto, anche con mezzi disperati. Mi sta vicino un amico e lo prego a non abbandonarmi nel mio progetto. Afferro una robusta mannaja mi faccio legare con una corda la cui estremità affido al compagno, ed io mi getto sulla chiglia rovesciata. Appena vi metto piede 1’ onda mi rovescia in mare ; ma facilmente ritorno sulla