212 di zinco, e se v’è qualche dilettante fotografo, l’immancabile filo di magnesio. E a questa luce che furono fatte dal Benque di Trieste le fotoincisioni stupende che presento inserite in questo capitolo. Eccoci all’ Osservatorio. Il primo quadro interessante è il Portale dei giganti, il Riesenthorklamm. Il nome non fu posto a caso ! Due enormi pilastri scavati dalle acque, che perpetuamente vi si infrangono ruggendo, formano una superba gola, dove folleggiano le cascate spumanti e su pei quali sale il pulviscolo a nubi iridescente al sole. Una massa d’ acqua (la cascata maggiore) cristallina, impetuosa, talvolta a volute, sovente ritorcendosi e con maggior forza slanciandosi tra le roccie, si riversa nel lago, disfacendosi in una pace che nulla più serba dei furori del viaggio. Lo spettacolo è magico ! e vedendo la mia piccola macchina istantanea che tale scena non coglie che a lembi e a fettuccie, penso con malinconia ai fortunati possessori di quelle colossali macchine fotografiche che permetterebbero di fermare quasi al balzo questa fantasmagoria di acque multicolori, che sembrano animate da uno spirito indomito di vita, di cui talune pajono anelare con titanico sforzo a liberarsi dai perpetui orrori delle caverne, mentre altre pare fuggano il sole per sprofondarsi in abissi dove difficilmente arriverà 1’ occhio dell’ uomo. Dalla Naturstollen (Galleria naturale), a cui si arriva dal Ponte Tommasini che congiunge i due enormi pilastri suaccennati, si passa alla vedetta Oblasser, donde alla interessantissima Grotta Tominz. E lunga nientemeno che òoo metri, larga nella parte anteriore 60 metri, alta circa 20 metri. Dall’ ingresso è mirabile la veduta delle stalattiti. Il Conte Agapito la paragonò ad una camera da fumatori. Si può avvicinarsi fino alla superba stalagmite detta il Leone, che sta a sinistra, un blocco meraviglioso dall’ ampia criniera modellata con