294 Resti dei pasti del troglodita. — Il potere nutriente, e talvolta medicinale del midollo delle ossa degli animali di una certa mole era conosciuto, perchè quasi tutte sono spaccate nella loro lunghezza. Ciò del resto serviva anche per fornirsi di strumenti lunghi e taglienti. I resti però del cibo del troglodita sono importanti non solo per vedere quali e-rano i suoi bocconi prediletti, ma perchè meglio si deducono le sue principali occupazioni se di cacciatore o di pastore, e se più o meno numerosa era in quel luogo o nei dintorni questa o quella specie di animali. E anche dalla Caverna di Gabrovizza si venne a sapere che il cibo più frequente erano la capra in primo luogo e poi la pecora (i), i resti della prima essendo 4 volte quei della seconda. Dal che si deduce che quantità innumerevole di individui avesse dato la specie Capra alla regione istriana (2). Nessuna meraviglia se la strage era così frequente, prima di tutto per la stessa frequenza dell’animale, poi, e soprattutto, perchè il troglodita non poteva vedere di buon occhio le terribili conseguenze apportate alla vegetazione arborea della provincia, potendo un bosco ubertoso dal vorace e ostinato dente della capra essere in breve ridotto a sterile deserto. Ci rimasero pochi resti di bue ; nè mancano dei resti quantunque scarsi di majale. Il pasto del troglodita era qualche volta variato con qualche intingolo di lepre e di volpe : e dico davvero intingolo se si debba credere che quella cotale materia trovata e non bene definita a grumi (1) Della capra si trovarono 109 mascelle inferiori e 23 superiori ; della pecora se ne trovarono 45 infer. e 3 superiori. (2) Non nella caverna di Gabrovizza soltanto furono così numerosi i resti della capra, dice il Marchesetti, ma in tutte le altre grotte esplorate e nei castellieri altresi, per cui si può proprio dire che l’Istria sia stato il soggiorno per eccellenza della capra pur tanto funesta alla sua vegetazione.