t6Ì4 folto'Idi cui nome, e degli Svii“ ^eri ancora i Principi uniti concertano la tttcffa, con varii difetti. Confiderà-tieni di Carlo al F(f di Francitiy & alla República . eccitandoci i contra la Spagna. i%6 DELL’ HISTORIA VENETA Grifoni, levando tremila huomini da ognuna delle dette na-tioni, rinforzandoli poi con mille ducento Fanti, e quattro-cento Cavalli de’Francefi, e con altro Corpo di genti de’Ve-netiani, de’ quali il groíío, e quello di Carlo trattener fi do-veva a’Confini del Milanefe, mentre le Truppe Reali nella Provincia di Breicia s'accamperebbero. Ma continuavano i Collegati a caminare verfo il fine medefimo con oggetti, e mezzi diverii ; perche la Francia, abborrendo di rompere a dirittura con Spagna , non pretendeva, che con Armi auilliarie maneggiare la guerra, e fenz allontanare, ò impegnare le fue forze, con poca ipefa, e minor concorfo, a coito de’Collegati, e principalmente de’Venetiani confeguire l’intento. Quelli non afpi-rando , rimeffi gli affari de’Grifoni, che a itabilire la Pace , de-iideravano, che fi faceffe itrepitofa moifa, e gagliarda , per ottenere Iune laltrocon uguale decoro, e preitezza. Carlo poi vi concorreva più col nome, che con le forze, altro non con-facendofi a’fuoi penfieri, fe non che apertamente fi rorrspef-fc tra le Corone in Italia ; perche pollo in mezzo, quali Cu-ilode , & Arbitro della Guerra , e della Pace, qualunque folle per rifultarne l’evento, fperava ricavare profitto, e deH5Armi altrui, principalmente delle Frattcefi, a fuo vantagio valerli. Rapprefentava al Rè, & al Senato, quanto folle dannoio in Paefe, com’èla Rhetia , iterile, & angulto, impegnare e qua fi fepellire l’Armate; quanto pefante trattenere a’proprii confini otiofe le Truppe. Rimollrava,a quali difpendii sefponeva-no i Principi della Lega, e tra quali gelofie s’anguitiavano, fe più oltre non alpi ralfero, che a redimere la Valtellina, Se a difender fe Iteili . Crederli forle , che gli Spagnuoli s acquieterebbero a un colpo folo , ò che relterebbero dal nome di quell’alleanza atterriti $ Non elfer t^le il loro inllituto, & ha-vendo in grado uguale larte, e la forza, iàper’adoperarla fecondo le vicende del tempo, non mai trafeurando occafioni, ò perdendo vantaggi. Quando più poteri! alpirare a grandi attentati ; già che, fciolti i Principi Italiani da tanti affannofi rifpetti, hanno in fine ardito di dare la mano a gli Stranieri, e congiungendofi infierne , fpianare la itrada a’foccorfi ? Sopra queil’Unione faceva il Duca gran fondamento, e non erano minori i riflelfi ; perche, fe quando il Mondo adorava la Spa-