78 curare la parità delle armi e del terreno primo, lasciando sussistere la sola disuguaglianza inevitabile della diversità delle forze, delle attitudini e degli umori provenienti dalla maggiore o minore tempra degli animi e coscienza dei diritti. Fra due stati di primo ordine un confine non può essere dunque altro che un limite divisorio di fatto e non di segnalamento, una forza e non una forma. Un confine ha da essere una cosa la quale : I. Non separi, che è quanto dire non spezzi dei sentimenti e degli interessi naturali e rispettabili ; sia una disarticolazione, non un colpo di scure. II. Per converso non avvinca elementi fra loro di necessità ripugnanti, nel qual caso non sarebbe tuia tutela, ma una ritorta, un capestro. III. Non lasci da nessuna delle due parti libertà di pronte e non rintuzzabili iniziative di grandi operazioni di guerra, imperocché ! ufficio di un confine debba in ogni caso essere quello di -una robusta fronte, la quale anche sfondabile, assicuri in ogni modo il tempo a chi abita la casa di mettersi sulle difese quando possa e sappia farne, o per lo meno di trattare senza esser già vinto e col nemico dentro. Chi può negare nulla di ciò ? e se i caratteri di un confine fra due potenze, deve, per riposare simultaneamente sulla duplice base della vera forza militare e del buon diritto, rispondere a queste condizioni, chi vorrà poi dire che la geologia o 1’ idrologia possano essere altra cosa che degli strumenti, e che 1’ equivoco di uno spartiacque (divorila o divertigium aquarum) o la scontinuità di una cresta possa tenere per dei decenni, a mezz’ aria molti interessi supremi ? I filoni, gli spartiacqua, le divisioni dei versanti, le insellature, i boschi e va dicendo, sono stromenti di accertamento e niente di più, e, quando tutti non funzionino bene, vanno senz’ altro surrogati.