449 cordare un poco i suoi bei tempi ; e ì vescovi istriani non furono più così rubesti col patriarca di Grado. La politica mutava la condizione ecclesiastica. E per quanto 14 anni siano pochi non sono tuttavia senza una certa influenza : tanto più che Venezia non dormiva : tutt’ altro ! Franchi. — Quantunque per le inframmettenze dell’ imperatrice greca Irene fosse sfumato il progetto di nozze tra il proprio figliolo e la figlia di Carlo Magno, (la qual cosa era vista molto di buon occhio dai papi) e quantunque, come abbiamo detto, tale rottura avesse aperte le ostilità così che proprio in queU’anno 788 non solo l’Istria ma anche la Croazia dalmatica cadde in mano dei Franchi, pure Nice-foro, imperatore a Bisanzio, seppe tanto destreggiare che nel 803 conchiuse con Carlo Magno a Königshofen una pace nella quale la corte bizantina rinunciò definitivamente alle sue pretese sul possesso di Roma e dell’ Italia inferiore, sul Veneto e sull’ Istria e pel littorale dalmatico. Malgrado ciò i Veneti e i Dalmati di Zara passarono nell’ 805 ai Franchi e sull’ 806 scoppiò nelle parti settentrionali del-1’ Adriatico una lotta che da parte dei Romei fu combattuta principalmente per mezzo della loro flotta ; Carlo Magno che di questa temeva, nell’ 810 rinunciò alle conquiste sul territorio bizantino: è nell’810 coll’ambasciatore greco Arsafio conchiuse una pace che restituì le frontiere dell’ 803 ai Romei. La conclusione formale di tale pace avvenne però nell’ 812 dopoché il vescovo Aito di Basilea alla testa di un’ ambasciata franca condusse a termine le trattative a Costantinopoli. Gli ambasciatori del nuovo imperatore Michele I.“ portarono ad Aquisgrana la pace ratificata e salutarono Carlomagno Basilevs ammettendo che Venezia stessa pagasse il tributo a lui. (Hertzberg) (1). (1) Hertzberg. Impero dei Bizant. L. I.°, pag. 158.