224 Lo spettacolo è veramente bello e mi ricorda qualche cosa di simile nella grotta di Oliero a Vaistagna, ove la guida, un vecchio dalla folta barba bianca da oltre 40 anni addetto a quella grotta, a un certo punto fa volgere alla apertura della grotta il visitatore che si gode la parvenza di una scialba e mite luce crepuscolare. Lo stesso, dico, qui alla grotta di Corniale. Dal n. 6 al 15 le formazioni cristalline si susseguono sempre, scintillanti, graziosissime e con tale profusione da strappare 1’ ammirazione dell’ ing. Salmoiraghi che in una lettera alla « Commissione pubblicazioni » definiva la Grotta di Corniale « Un vero gioiello » « Ad ogni passo nuove scene, nuovi gruppi di stalam-miti torreggianti, che s’innalzano gigantesche dal suolo, in parte annerite dal fumo delle fiaccole, che in passato, ora non più, venivano accese..... e splendide nicchie incastrate nelle pareti e adorne di graziosi coltrinaggi di tutte le grandezze e di tutte le forme ; uno spettacolo meraviglioso, veramente bello..... Ed è dinanzi a queste scene che il dott. Francesco Trevisani che apparteneva all’ Arcadia di Roma, che contava a Trieste parecchi pastori fra i quali il benemerito conte Brigido, quello che diede il primo impulso alla creazione dell’ attuale biblioteca civica, ancora nel 1802, compose un’ ode in cui la grotta è descritta con colori smaglianti, come era costume degli arcadi d’allora ». « Le più fantastiche figure, assomiglianti a vasi di fiori, a candelabri, sorgono dal suolo e s’ innalzano dalle pareti circostanti, e dalla vòlta pendono o sono distesi arazzi bianco - lucenti di un effetto sorprendente ; 1’ occhio non trova riposo in quel caos di varietà, e confuso e sbalordito non sa dove fermarsi, non sa che cosa ammirare (1) ». (1) « La Grotta di Corniale » di E. Boegan, segretario della Commissione Grotte, con prefazione dell’ ing. prof. F. Salmoiraghi, Trieste, Stai). Art. Tip. G. Caprili, 1897.