318 coste (fig. 7. Tav. XXVII) nonché una piccola perletta d’un magnifico bleu di Berlino, a fregi bianchi, non sovrapposti, ma innestati alla stessa sostanza della perla (fig. 4. Tav. XXVII). Ma a dimostrare come Vermo fosse già un antico ca-stelliere dove un dì vissero popolazioni meno civili e dell’età eneolitica, vennero alla luce negli scavi varii oggetti neolitici, come pestelli di arenaria con traccie di lungo uso — una piccola pietra da macina, rotta, di arenaria rossastra — frammenti di coltellini di selce — una bella cuspide, etc. Così oggetti di osso, aghi crinali, raschiatoi, spatole, etc. Questi oggetti però che accennano ad un’ epoca di molto anteriore, possono essere stati lavorati contemporaneamente ad oggetti della prima età del ferro — sincroni all’ età del bronzo lo furono certamente — poiché un bel pestello di a-renaria per macinare semi non poteva essere così facilmente sostituito nelle sue comodità e nella sua pulizia da strumenti di metallo, pesanti e facili all’ ossidazione. Special-mente quando si pensi che l’arte dei coltelli di selce, ad es. era arrivata al punto di mostrarci tai strumenti così taglienti e duraturi, da aver conservato oggi ancora dopo migliaia di anni (lo ho detto già più addietro) una grande affilatura. Del resto per lo scambio attivo dei prodotti commerciali, ognuno vede come sia facilmente avvenuto che un popolo, per la sua posizione geografica messo nelle grandi vie di continuo passaggio e di congiunzione di paese in paese, abbia potuto procurarsi strumenti e stoviglie più perfette della produzione paesana, alla quale per contrario poteva essere condannato un altro popolo più isolato, più lontano dai centri di civiltà produttori. Così che la classica tripartizione delle età della pietra, del bronzo e del ferro non potrà mai essere ad un popolo attribuita in modo assoluto, come già i famosi periodi storici, limitati da un