LIBRO SETTIMO. ?<5* in potere, appunto per divertire il pericolo di tal Succeiìione, 16zj l’abbonivano fommamente , per non introdurre i Franceii nel cuore dell’Italia', & in due Stati , che tengono il Milanese nel mezzo . Promovevano perciò le pretenfioni di Fer-rante, Principe di Guatlalla , ramo egli ancora della Cala s™g„2u Gonzaga , ma che traheva 1’ origine più lontana, provenendo dal Secondo genito di Francefco, Marche fé di Mantova , P a- gio in Gua• dre di Federico primo, Duca. Ma quanto lo favorivano in Corte Cefarea con offitii, e per tutto con dichiarationi ; al- fitrauco-trettanto s'infervorava la Francia in convalidare le ragioni '¡ZldT del Nivers . Onde , fin quando partì’1 Signor di Sciatoneuf da Venetia , in pattando per Mantova , haveva infinuato il Ma- /<( Franrs-trimonio di Maria col Rhetel ; e concorrendo i Venetiani ne’ fentimenti medefimi, fuggerivano al Duca di ftabilire, viven- comi per Io do , la fua fucceflione, e con quella la quiete all’ Italia. Ma Ferdinando , ò apprendendo travagli , ò fperando anni »più lunghi, ò rifpettando il Fratello Vincenzo, che , con amori do.' furtivi impegnato nel Matrimonio d’Ifabclla di Bozzolo, ho-ra fatio delle fue paflioni , per la di lei iterilirà cercava di fcioglierlo, tanto differì, che la morte nel fine Meli’anno de-corfo lo colfe. Fù il Succeffore Vincenzo, che, coH’efpedire ¿¡‘„TIZ-a Venetia , per Ambafciator’ Eftraordinario, il Marchefe Pao- ^u’crft'den lo Emilio Gonzaga , ne diede parte al Senato, confidandogli dogli Vint'ir-i fuoi penfieri di romper’il Matrimonio, e fpofar la Nipote. )°J‘[Fra' Ma, fe bene di frefea età , nondimeno , trovandoli di com-plcflìone logorata ,• e cadente , & appreffo il Pontefice alle ragioni politiche giuilamente prevalendo il diritto del Sacramento, i Venetiani pure lo follecita^ano a prevenire così lun- rf/Jaslepli' glie, & incerte fperanze coll’accafamento della fteffa Nipote nato vertoa-al Rhetel. Egli, tardando a rifolverfi , lafciava, che s’approf- n"nÌtiìL»t$ fimafle il pericolo, ogn’uno horamai conofcendo 3 che infe- i mtd fimi conda cader doveva ben pretto quella ftirpe de* Duchi, i qua- ' li, applicati ultimamente a libidini, e a lutti, fi conofceva-no con la fterilità da Dio puniti per gli Matrimonii fallaci, per gli Adulterii, e dishonettà , con le quali havevano rnac- MnifoPr,i chiaro il Nome, e contaminata la Vita . Fra tutti a quella TrimLf!?*-caufa vegliava con occhio più attento Carlo Emanuel, Duca v’r/^fda di Savoja , il quale con la morte di Vincenzo divifava di Carlo Ema- _ nuele.