334 dagli Arii puri, o dagli indiani del sanscrito, ma da tu-rani e mongoli influenzati dagli arii colla lingua, che avrebbero arrestata la civiltà europea, senza il genio latino che più tardi vendicò 1’ Europa cogli atti gloriosi della propria civiltà. Oli Arii in Asia. — L’ariismo ebbe il suo periodo più bello in India cui gli Arii invasero venendo dall’ Indù - Kush e dall’ Iran. Il Sergi non nega che questi arii invasori della valle dell’ Indo per la via di Cabul e del Cashmir, fossero stranieri dalla pelle chiara che imposero alle razze indigene soggette lingua e religione, ma sostiene che quel sangue fu assorbito dagli indigeni, come già il Lombardo è stato assorbito dall’ Italiano. Sostiene che per gli ultimi tre mil-lenii almeno nessuna differenza di sangue ha esistito fra Arii e Aborigeni, tuttavia crede che non siano spariti del tutto certi caratteri di razza perchè non si possa in qualunque modo nell’ India indicare ' gli Arii primitivi. E il Sergi è mosso a tale credenza dalla sicurezza che ha nella propria teoria della persistenza dei caratteri fisici umani, non mai distrutti da qualsiasi mescolanza etnica, specialmente se questi caratteri fisici siano gli scheletrici (i). E da molte considerazioni è tratto a crederli dolicocefali bruni, mai biondi e bianchi, tipo scandinavo. Cercandoli nell’ Indo - Kush o nell’ Iran si viene a contatto coi Calcia i cui linguaggi pare abbiano avuto origine dall’antico persiano (zendo) e con altre tribù parlanti linguaggi prossimi al sanscrito e da esso derivanti. I Calcia sarebbero gli Arii puri rimasti in patria, gli altri, immigratori. I loro caratteri fisici sono simili a quelli dei mediterranei, Egiziani, Greci, Italiani del Sud, Spa- (i) Tale teoria difende a spada tratta nell’ opera sua: Specie e Varietà Umane, Torino, fratelli Bocca, 1900.