493 recati il Bembo, il canonico Giurincich, i tre fratelli Malaboti e Pietro Bovi, non si riusciva di mettere la calma fra quegli animi esasperati ; anzi essendo caduto nelle mani dei rivoltosi un figlio dell’ucciso patrizio poco mancò che non venisse ei pure stilettato, e soltanto uno stratagemma del Bembo lo strappava ai pugnali de’ suoi implacabili nemici. Tutte queste triste vicende non disanimano l’ottimo conte, il quale in compagnia di altre egregie persone con tutti i mezzi procura di sedar quella grave rivolta : ed in fatti le sue calde ed ispirate parole riescono finalmente a rammollire i cuori del popolo e ad inclinarlo alla pace ed alla conciliazione. Prese le opportune misure affine di mantenere la quiete interna, si mandano al Luchich annunziatori del lieto avvenimento il Giurincich, il Novacich, il Sabaglia, Nicolò Malaboti, Francesco Todeschini, Giorgio Lemessich, il D.r Verbas e Pietro Bovi, i quali senza averne commissione, persuadono il capitano imperiale di portarsi con loro in città. Quivi infatti il Bembo, che alla bandiera di S. Marco a-vea sostituito la bianca, segno di pace e di concordia, accoglie nel miglior modo il rappresentante del nuovo governo, al quale il popolo pure si mostra molto ossequente. E ne avea ben donde, giacché, come assai giustamente osserva la gazzetta ufficiale austriaca, se il Luchich avesse ascoltate le leggi militari, o le itoci di un giusto risentimento, la città di C/terso sarebbe un ammasso di rovine. Il popolo però chiede al capitano imperiale che il Bembo venga confermato nel comando, e quegli, rispettando il momento e i recenti successi facendogli conoscere necessaria la politica, proclama, in nome di S. M. governatore dell’ isola appunto il Bembo. Se non che questi, dopo aver atteso per parecchi giorni al pubblico bene, conoscendo che per sola creduta necessaria prudenza era stato dal Luchich messo al governo, e vedendo già inutile V opera sua nonché ei stesso imbarazzato dalle troppo eccedenti pretese del popolo e dalli malfondati ed ingiusti sospetti dei Nobili, depose l} ufficio al primo di Luglio e lasciò l’ isola. E il meglio che avesse potuto fare questo integerrimo patrizio veneziano, al quale se la sorte avea riserbato il triste compito di ammainare il vessillo di S. Marco, a tutt’ uomo s’ era adoprato acciò l’i-nevitabile mutamento avvenisse col minor danno possibile. L’ ultimo conte e capitano di Cherso abbandonava l’isola colla coscienza di chi sa di aver adempiuto il proprio dovere, e il ricordo di questo cittadino intemerato e magnanimo che cercò di raddolcire le sventure dei suoi soggetti, non si cancellerà dai cuori nostri. » E venne 1’ orribile oltraggio : la pace Campoformio nel 17 Ottobre 1797! Ai detrattori della Republica veneta noi dedichiamo questi fatti gloriosi : ai governanti prò - tempore dell’ Istria ex veneta spetta meditare questi sentimenti secolari, perchè la storia non li bolli in futuro di troppa vergogna ! Prof. Silvestri — V Istria 57