441 ripassavano i barbari, poteva dirsi fortunata sia sotto gli imperatori, sia imperversando la bufera delle invasioni. Anche sotto Odoacre aveva conservato la propria municipalità, e sotto Teodorico le cose sue prosperarono ancora meglio. Il commercio per mare non le era stato mai turbato ; la vicinanza di Ravenna capitale dei re barbari, le dava vantaggi non pochi ; Teodorico stesso con equanimità di governo si fè sovente perdonare di essere un re barbaro e conquistatore. Che gli Istriani dall’ altro canto sapessero valersi con fermezza di tale giustizia del re ostrogoto lo si ha dal documento di quel cotal Stefano di Pola che ebbe giustizia direttamente da Teodorico, cui ricorse, per il possesso di una sua casa indebitamente tenuta da alcuni dipendenti della Chiesa polese. Che sotto il regno di Teodorico tornasse la prosperità nella provincia lo si ha poi dalla celebre lettera di Cassiodoro (suo prefetto al pretorio) agli Istriani nel 536-37 in cui 1’ Istria è descritta senza più come un Eldorado. Eppure questo barbaro non si fece amare nè in Italia, nè in Istria. Perchè ? Il trionfo del Cristianesimo era stato tale da far divampare le anime con una gloriosa storia di martirii e con una plejade di scrittori polemisti ecclesiastici, che furono e sono la gloria della Chiesa intellettuale. L’ epoca dei Santi Ambrogio — Girolamo — Agostino — degli Origene, dei Tertulliano, dei Grisostomo, dei Basilio, degli Atanasio... e di altri colossi della Teologia non poteva essere senza fiamme e senza impeti generosi, onde il freddo arianesimo portato da Teodorico coi suoi Ostrogoti in Italia, non poteva essere che odiato e combattuto. A Bisanzio, alla terra prediletta da Costantino il Grande, si guardava quindi con amore : a Bisanzio, rifugio in certo modo della romanità che il barbaro aveva spenta in Italia, si aspirava col pensiero : là, dove le armi libere della ci-