1641 lafciatafi dal Pontefice la totale podeflà a Nipoti. tra’ quali prevale Francesco . di io flume altrettante tepido , e cupo. quanto Odoardo di Genio fervido , e intollerante . fin nelle di lui moffe contra la Spagna, poco fatif-fatto di quella Ca-fr- centra /<* quale (copre inaggierme-te le acerbità dell'in-clinationi . non fervutegli le prò-meffe. menomatagli però il cenfo de’ Monti, 678 DELL’HISTORIA VENETA il fomento dall’amarezze, già concepite da più Potentati con-tra il Pontefice, e la iua Caia j perche, reggendoli da’ Ni. poti in quelli ultimi tempi i Pontificato con arbitrio aflolutQ ( horamaì Urbano lotto il peio de gli anni infiacchito divi-gore, e d’autorità ) pareva, che con varie offefe a’ Principi abufaffero del poter’, e della fortigna con eccedente licenza. Prevaleva nell’affetto, e nelia grana del Pontefice il Cardi-nal Francefco, ne’ penfieri profondo , fpeffo irrefoluto, Tempre amico de’ fuoi configli, facile a’ fofpetti, e ne gli affetti tena-ce. All’incontro il Duca Odoardo era di fpiriti altieri, e vivaci , fenfibile ad ogni difgufto ; pronto a’ rifentimenti ; nel refto ornato di arti militari, e delle fcienze civili, in tal grado, che niente mancava a farlo paffar trà’ Principi più commendabili , e grandi, fe non che gli haveffe, ò la Fortuna donato imperio , e forze pari all’ animo , ò la prudenza ugua-gliato l’animo alla Fortuna, e alle forze. Già nell’ accennata guerra, dal Duca con ardire foverchio contra la Spagna intraprefa, qualche feme d’acerbità s era fparfo trà lui, e i Barberini j ò perche al Duca pareffe, che il Pontefice con freddezza interpofto fi foffe, per divertire i pericoli, anzi la ruina imminente a’ fuoi Stati $ ò perche haveffe fcoperto dalle propofte, che fecero portare in quella congiuntura i Nipoti , di vendere, & alienare a loro profitto alcune delle fue Terre, eftenderfi la mira di quella Cafa più al privato comodo, che all’ intereffe di Stato. Poi, condottofi Odoardo in Roma del mille feicento trentanove, più fcopertamcnre proruppero i difgufti $ perche non trattato con quelle forme, eh’ egli afferiva effergli ftate prima promette, nè promoilo al Cardinalato il Principe Francefco Maria, fuo Fratello, nella qual’inftanza, con grandi fperanze di confeguirlo, pur’affermava il Duca d’ effere flato da’ Barberini impegnato, ottenne folamente da Urbano facoltà di minorare il cenfo de Monti d’ un mezzo per cento $ fopra il qual’ avanzo, fondato nuovo accrefcimento di capitali, gli riufci ritrarne non ifprezzabile fomma. Si chiama in Roma danaro de’ Monti quello, che in Venetia fi dice di Zecca, depofitato da per* fone private a conditione di annuo cenfo , che da’ Francefi era ftato affegnato fopra le rendite di Caftro, Ducato, che tene-