436 della Croazia e della Dalmazia, il quale, nonostante le lettere del pio Pontefice Giovanni Vili per frenarlo nelle barbarie, arrivato alle acque istriane saccheggiò Rovigno, Cittanova, Umago e Sipar, ributtato solo dalla forte Pirano che faceva suo prò delle mura romane ond’era cinta. La si ricorda nel 229 come pieve unita ad Umago, pieve data in dono da Ugo di Provenza al vescovo di Trieste — essendo anche in passato stata dipendente dalla chiesa tergestina (1). \ E probabile che nel 1037 sia tornata sotto la giurisdizione dei vescovi di Cittanova mal sofferenti che la pieve Umago-Sipar appartenente al loro territorio fosse goduta dai vescovi di Trieste. E appunto nel 1037, quando Corrado donò Umago al patriarca d’Aquileja, seppero maneggiarsi così bene da ottenere dal patriarca e dall’ imperatore 1’ investitura di Umago : naturalmente quindi anche di Sipar. Si sa che nel 1294 Pirano tentò di aver diritto territoriale su Sipar, ma non vi riuscì. Nel 1334 troviamo che le castellane occhieggianti al mare azzurro dal forte maniero di Sipar sono della famiglia veneta del nob. An- # ... ' drea Dandolo, cui fecero un dono i vescovi di Trieste. E noto che vi successe padrona la famiglia Bratti di Capodistria. Poi, più nulla. Forti muraglioni rimangono ancora a ricordo di potenza medioevale ma non v’ è fino ad oggi, eh’ io sappia almeno, documento che narri le sue ultime vicende. Ma, torniamo all’ epoca romana. * * * (1) Anzi a tale proposito viene notato che il documento dice: 1’episco-patus Sipariensis — sive Humago, olim plebs sanctae tergestinae ecclesiae : ma il Kandler notava che questi rettori ecclesiastici del territorio Sipariensis, non erano che « corepiscopi cioè specie di vicari che sostituivano il vescovo in certe mansioni. Ad ogni modo Sipar mostra a quel tempo una certa importanza.