335 gnuoli. I Galcia poi in realtà sono gli stessi Tagicchi abitanti a Bokhara e in molte località del Khanato di questo nome : hanno una zona vastissima di sede, e parlano dialetto persiano. Sono brachicefali sia i Galcia che i Tagicchi, e vi ha nella loro razza mista in gran parte l’elemento mongolico. Che se poi 1’ Houssay in uno splendido lavoro etnografico della Persia tende a vedere gli Arii puri nei Farsi e nei Lori, dà a costoro i caratteri fisici dei mediterranei, non certo del tipo scandinavo. Le lingue degli Arii. L’ indagine antropologica è uno dei fattori incogniti nel problema ario ; 1’ altro è quello delle lingue arie. Se esse anziché arie fossero camito-semitiche, dice il Sergi, le obbiezioni non sarebbero lievi nè superficiali. Eppure il Sergi affronta anche l’incognita delle lingue movendo dall’ aforisma che « lingue e razze non hanno nesso necessario, nè si sostituiscono nel contenuto e nella classificazione : le lingue si perdono e si acquistano, mentre i caratteri fisici persistono nei loro tipi fondamentali ». E ricostruendo le immigrazioni africane nei tempi preistorici le fa passare per la terra dei camito-semiti : poi più in là fino all’ Iran : poi fino alla valle dell’ Indo. Quivi la varietà eurafricana si incontra colla razza dravidica (tu-ranica di linguaggio). Somiglianze esistono tra le lingue dravidiche e il sanscrito : donde una supposta comune o-rigine linguistica, di carattere agglutinativo. Ma c’ è in più affinità di parole dravidiche con parole di lingue arie europee e non sanscrite, donde una supposta relazione fra le due famiglie dravidica e indo-europea o aria. Contuttociò esistono innumerevoli lacune fra le lingue arie-asiatiche, ed arie-europee. E il Sergi crede esatto dire che « delle molte lingue arie in Europa alcune sono a « considerarsi originali o prossime alle originali, altre sono « formazioni locali o nelle stesse regioni dove si trovano... « Le lingue italiche che poi sparirono, rimanendo soltanto