I 8 2 bona, di cui si giova largamente la marineria austriaca, occupandovi oltre un migliaio di lavoranti. Che cosa restava al nostro Taramelli quando vi si recò per uno studio a cui non lo spingeva soltanto l’amore alla scienza, ma patria carità, di rivendicare cioè agli Italiani lo studio di una regione che vibrava di casalinghe memorie, tanto più dopo che scienziati italiani avevano già corretta una voce scientifica straniera e avocata a sè la priorità quindi di un sistema esattamente scientifico ? Molto modestamente il Taramelli dice di se, che non gli restava che la parte di compilatore. Non è vero : a lui dobbiamo una carta geologica dell’ Istria che vidi citata con onore di recente da scienziato straniero : a lui, pur riverente al bellissimo ingegno dello Stache, cui come voleva lealtà, diede tutto 1’ onore della giustizia, dobbiamo una maggiore esattezza dei limiti di vari terreni, e una raccolta di fossili, ove in particolare potè dedicarsi allo studio dei ricci di mare (Echinidi), caratteristica notevole nella fauna dell’ Istria. Una nuova edizione di questa carta correggerebbe qualche errore della toponomastica, più da ascriversi al proto, forse che allo scienziato. Uno sguardo geognostico ora sulla penisola, il quale del resto non sarà che una sintesi del bel lavoro recentissimo del Taramelli « Una gita geologica etc. » più sopra citato. La penisola (i) ha conformazione di altipiano irregolar (i) Un trapezio irregolare che risulta dalla parte che si spinge a maro ove si tiri u na linea dal torrente Rosandra presso Clanitz, sino al porto Pre-luka di V ol oscasul Quarnero, come 1’ avevamo stabilito più sopra studiando la linea costiera istriana. In tale trapezio la maggiore diagonale è calcolata di circa Km. 95, la minore (da Salvore a Volosca) di circa 66 Km.; la superficie totale della penisola Kmq. 4954.