Í 34 Assai più esteso ed elevato è VAltipiano dei Cici, straordinariamente importante per il suo mondo sotterraneo, su cui incombe una regione in gran parte triste e desolata. Dei Cici, di questo curioso e laborioso popolo che abita F altipiano che prende il suo nome, dirò, riassumendo un interessante lavoro di Giuseppe Vassilich (Archeografo Triestino, voi. XXIII), trattando la questione etnografica del-P Istria ; delle maravigliose grotte, specie di Corniale e di S. Cangiano, dirò più oltre trattando dei fenomeni del Carso. Accenno qui per P orografia che lungo questo altipiano corrono varie linee di monti, la più importante, la catena dei Vena, che sarà continuata poi, mediante una depressione di poco conto, a mezzodì dalla catena dei Caldera. In verità i Vena e i Caldera non sarebbero che una sola catena, quella con altre catene parallele, questa con una diramazione per Ciana verso la più alta vetta orientale, P Albio. I Vena hanno parecchie vette sopra i mille metri, come il Tajano (Slaunik, 1029 m.) il Rasusizza (1084), il Sabnic (1024), P Orliac (Orgliash, 1106), il Sia (Sija, 1234), e il Planic (m. 1273). I Caldera, giogaia più breve, ma colla vetta istriana più alta, il Montemaggiore (1396111.) finiscono a Fianona con aspre discese, ed hanno altre vette importanti, il Sissol (831 ni.) che forma bello il paesaggio per il sottoposto lago d’ Arsa (o Cepich) e le circostanti alture, il Calie (m. 712) e, intorno al Maggiore, il Vela Uka (1309 m.) il Cerveni (1103) ed altre ancora. Alla regione centrale, P abbiamo detto, appartiene il territorio liburnico non come costituente una parte integrante della penisola Istriana, ma considerato come un versante dei Caldera (P orientale), e in qualche modo la continuazione digradante della Ciceria verso Fiume. Clima rigido in cui non attecchisce la vite : l’agricoltura non vi ha, nè vi può avere sviluppo. Soltanto la zona a mare (golfo del Quar-naro) ravvivata dai tepidi soffi del golfo e meglio protetta