1636 irrefeluto. mn porta/! fi ri ai mente contra il Nemico. invadendolo di qui dai T e fi no , t»n fortr fattione . agguaglia, tafi la For*, tuna dell' Armi . btneh e V lauto attribuì fcafi a llt SpagnuoU . \¡ripaj1'atcfi V Fiume dalle Fra»- ••fiche fen\a effettuatele rnsdit ate •ig^ffioni . 568 DELL' HISTORIA VENETA Stato, per arrecare fpavento, e riportare qualche notabile ac-quifto. Ma il Rohan troppo prefto, e il Chrichì troppo tardi penetrati nel Milanefe, non vi potendo l’uno fuliìflere, nè l’altro tentare progreffi, vi caufarono più rumore, che danno. In oltre mancavano i viveri, e iopra tutto non confpirava ne’ fini medefimi l'inclinatione de' Savojatdi. Niente meno il Leganes tra molti penfieri agitavafi. Coll’ accollare a Milano l’Èfercito temeva di portarvi fame, e rumori ; fe s’avvicinava a’ Collegati, per azzardare battaglia , nell’ efito incerto ri-fletteva la perdita ficura di tutto lo Stato. In fine, dopo più giorni, accorgendoli dal non progredir de’ nemici, eifer coniufi i loro penfieri, e moderate le forze} perfuafo più da'rimproveri univerfali, che dal parere de’ fuoi Configlieri, deliberò levarli d’ Abbiagraflo , & accodarli a’ nemici, fenz’ altro dife-gno, che di cogliere dall’occafione vantaggio. Trovò, che per comodità de’ foraggi i Savojardi s’ erano portati di là dal Fiume 5 onde opportuno credè alTalire di quà i Francefi. Caricata per tanto una parte della loro Cavalleria, che feor-reva fuori del Campo, & obligatala di ritirarli, attaccò po-feia le trincere, & i Forti . Fù oftinata, e faticpfa la pugna in giornata lunga , & ardente del mefe di Giugno, a tal fe-gno, che dopo più hore , ftaliche amendue le Armate , nè potevano più i Francefi refiftere , nè prevalere gli Spagnuoli. Nel fervore della battaglia pareva , che s’avantaggialfe il Leganes ; ma il Duca Vittorio, ripalfato il Tefino, portò al Chrichì così opportuno foccorfo, che bilanciò la Fortuna. La notte fe-parò ; & il Leganes, non havendo vicino più comodo alloggio, ritornò ad Abbiagraflo. Trà ambe le parti furono tre mila incirca i morti, e de gli Spagnuoli perì Gerardo Gambacorta , Generale della Cavalleria Napoletana valorofo, e prudente. Per difeernere la Superiorità del conflitto, mentre ognuno fe T aferiveva , conveniva olfervare le confeguenze ; e perche nel Paefe nemico pare , che chi non progredifee fia vinto, fi aggiudicò in fine a gli Spagnuoli il vantaggio j perche i Francefi , fermatifi ancora qualche giorno ne’ porti, ripaflarono finalmente il Telino. Defideraronoper l'oggetto medefimod’ aprirli la ftrada alle Valli, già dette di fopra, occupare An-ghiera fopra il Lago maggiore, ò Romagnano appreflo la Scila j ma