424 Il Tamaro riferisce che « il dott. Kandler visitò questo luogo nell’ anno 1845, e potè ancora vedere, attraverso i solchi dei campi coltivati, lunghi corsi di muraglie che servivano indubbiamente a qualche fabbrica, e mattonati a spina pesce, e pavimenti a mosaico, e cordonate di pietra con canali intagliati in forma di imbuto, e grandi bacini di pietra che sembravano destinati ad uso di qualche opificio. A giudicare della terra vegetabile frammista a frantumi di marmo, molte rovine ivi si nascondono, lo studio delle quali potrebbe forse guidare a qualche utile riconoscimento. Ed ancora si conservano due delle tre gallerie di amplissima cisterna romana, capace di 45000 piedi cubi di acqua, larga non meno di 36 piedi romani, alta 20, senza calcolarne il vólto. » Dignano. — Qui pure, come a Valle, il suolo rigurgita di memorie romane. Tempo, costanza e mezzi ! ecco il corredo necessario su questo sacro suolo dell’ Istria, in cui i preziosi cimelii della romanità, salve le proporzioni, sono stati conservati più a lungo che nella stessa Italia, dove le invasioni micidiali, continue, secolari, nonché le febbrili ri voluzioni delle civiltà nuove hanno assai più distrutto del-1’ antico. Visitai Dignano la prima volta col mio amico Timeus, direttore del Popolo Istriano di Pola, il quale mi fu voce eloquente e pel territorio dignanese e nella città stessa dove conta amici e parenti. Ed egli mi parlava della facilità colla quale nei varii presidii si trovano scavando qualche tracciato di caseggiati scomparsi, e monete romane, ed embrici, e mattoni di fabbrica romana, ed iscrizioni numerose ricordanti nobili famiglie di coloni latini e molte cose siffatte. Del resto, tra le are rinvenute se ne ricorda una di splendida dedicata da G. Lecanio Ialiso a Giove Ottimo Massimo (a S. Michele di Bagnole) : una seconda allo stesso Giove da M. Tizio Massimo (sul cimitero della chiesuola