\6 2 leja il castello eli Muggia e al vescovo di Trieste la città di Muggia. Nel 967 l’imp. Ottone donava al Doge Vitale Candiano Isola, che poi è venduta al Patriarca di Aquileja. Nell’anno 983 Ottone 3." conferma alla chiesa Episcopale di Parendo le donazioni di Montona, Rosario, Nigrignano, Torre, Cervera, Pisino, Medelano, Rovigno, Due Castelli e Valle ; e ai Vescovi di Parenzo donava Orsera colle Peschiere di Leme e Cervera. Nel 1028 Corrado 1." imp. donava la Carsici dall' Isonzo a Fiume ai Patriarchi d’ Aquileja, e, con probabilità (dice il De Franceschi) donava a Pola Castua, Veprinas, Mo-schienizze e Fiume. Nel 1038 lo stesso Corrado i.° dava al Vescovo di Cittanova la baronia di S. Lorenzo in Daila...... E così di seguito, una fitta di regali a destra e a manca da perdervi la bussola a volerli seguire in tutte le loro storiche vicende. Apogèo dell' autorità vescovile. Il dott. Benussi, senza dubbio uno storico di primissimo ordine, nel suo meraviglioso e grossissimo volume dal titolo « nel medio evo » pagine di storia istriana, già da me citato; con aurea nitidezza narra le vicende dell’ Istria sotto il Clero. Egli assegna al secolo che corre dal 950 al 1050 V àpice dell' arilo-rità vescovile nell’ Istria. « I vescovi in possesso di vaste estensioni territoriali, signori di numerosi feudi, di arimanni e di coloni, e muniti per di più di una autorità spirituale resa onnipotente dal fervore religioso e datla cieca credenza dei fedeli, potevano considerarsi, ed erano di fatto, i veri dominanti nelle loro diocesi : tanto più che il conte che reggeva la provincia, o era debole, o lontano, o devoto ai vescovi, e bisognevole della loro cooperazione. » Suo decadere. « Ma quando (continua il Benussi) la politica imperiale intese alla formazione di un grande feudo aquilejese al confine delle Giulie, la potestà dei patriarchi non potè affermarsi che colla diminuzione di quella dei