quarant’ anni fa. Ella mi permetterà che io le doni un 1i- briccino mio, che non le sarà del tutto inutile. Fu stampato nel ’66 ma contiene cose scritte nel 1847 in Capodistria. \ E una giterella da Trieste a Capodistria che io le consiglio : poi sono poche pagine dedicate a Capodistria stessa, e un breve studio statistico ed economico sulla penisola. Ma, per carità, sa — mi soggiungeva quasi tremando di modestia 1’ illustre abate — non ci veda alcuna pretesa nè nel liber-coletto, nè nel donatore. Ella deve recarsi colà, mi ha detto ; — io ci fui tante decine d’ anni fa : mi par come di confidare ad un amico le mie impressioni. Pensi, pensi, caro lei, che giorni ! Scrivevo al mio nobile amico il Conte Faustino Sanseverino la prima lettera da Capodistria il 19 Febbraio 1847 ! Ah ! lei la conosce quella terna di anni glo-riosi ’47, ’48, ’49 a Venezia!? Si fece tra noi un silenzio grave, quasi di angoscia. — E quanto se ne stette in Istria a quell’ epoca di fermenti nazionali ? — ripigliai io — Perdoni 1’ indiscrezione della domanda, ma è la sua benevolenza che mi fa aprire il cuore ad una tale famigliarità figliale. — Ma la prego, non dica così. Vi fui dal Febbraio all’ Aprile : ma se scrissi quelle pagine non fu già per la superbia di divenire autore. Il Conte Sanseverino ci era stato alcuni anni prima di me, onde eccitommi a scrivere sui luoghi che avrei visitati e che a lui avevano lasciato la più bella impressione : onde non sono che scucite mie osservazioni mandate solo per mantenere una promessa e per ridestare in qualche modo nell’ animo dell’ amico i suoi lieti ricordi di viaggio. Anche il Sanseverino deplorava la vergognosa trascuratezza degli Italiani di conoscere una terra così illustre, che è poi la terra loro, e che tanto più dovrebbe essere nota perchè soggetta ad altro dominio. Egli diceva, e con ragione, che agli Italiani era meno nota 1’ Istria che le isole dell’Oceania !