*75 Io prego i miei lettori di porsi per un momento sottocchio le due cartine etnografiche che ho disegnate del-1’ Italia preromana (Tav. II., III. pag. 34-35) Ivi 1’ Istria appare come in una posizione centrale, con tutto il suo sviluppo marino nei suoi limiti come regione per eccellenza adriatica, quasi protetta a Est e a Nord-Est da influenze continentali dalla catena delle Giulie. Ove si avesse voluto predire il destino etnico di quella terra quando ancora non era abitata dall’ uomo, dalla sola posizione geografica si poteva senz’altro intravvedere che il primo suo strato etnico si sarebbe deposto da Nord-Ovest, ove era pervia la via ai Veneti e da Ovest e Sud spiaggie propizie a popoli marinari. L’ Istria in tal modo appare dominata in tre parti (le più facili di accesso), da popoli italici riputati autoctoni : e cioè a Nord dai Carni al cui territorio 1’ Istria non era che una naturale continuazione ; a Nord-Ovest dai Veneti e dagli Eu-ganeo-Veneti ; e a Ovest e a Sud da Veneti e da Etruschi: da quegli Etruschi che, come suona la tradizione, fondarono le città marinare Hatria e Spina, prospicienti la fiorentis-tima costa istriana, allora certo più di adesso protenden-tesi verso la costa italiana. Da una parte soltanto, invece, a Est e a Sud-Est 1’ influenza può essere stata più decisamente illirica e nordica ; ma questa parte che sarebbe costituita dal versante Orientale dei Vena e del Caldera non forma l’Istria propriamente detta, l’Istria classica di cui il genio di Roma intendeva l’importanza vegliando i suoi varchi con legioni accampate, con forti, muraglie avanzate e poderosi valli. Quale sia stato il primitivo popolo istriano, 1’ autoctono, 1’ indigeno veramente, nessuno può saperlo. Siamo in