476 rono anzi tutto (e non si può dar loro ogni torto) sempre Veneziani ; si cerchi adunque l’Istria nei fasti della Dominante, la quale tanto riempie del suo nome la storia, che non rimane troppo luogo a dettagli, e ai fasti delle singole provincie. L’Istria veneta adunque, cioè la migliore e la più grossa parte della provincia, seguì in tutto le fortune di Venezia ; ed è ammirabile scorgere come in così poco tempo, cessata in Istria ogni memoria della resistenza secolare contro San Marco, così tutti si sentissero attratti alla Dominante da fondersi pienamente nella sua vita, come se da secoli fossero stati sudditi fedeli, ottenuti per ispontanea dedizione, non acquistati ; prova questa della potenza del sentimento che ci legava a Venezia, perchè tra fratelli gli odii presto divampano, ma anche presto, tolta la causa dei litigi si spengono, mentre tra popoli di nazione diversa, anche tolte le cause di guerra le antipatie durano sempre, e i trattati di pace, conchiusi più per interessi che per amore con molta pompa di reciproche manifestazioni di svenevoli affetti, alla prima occasione s’infrangono. Ben si può dire che dal secolo XV fino alla caduta della repubblica, il sentimento nazionale nell’ [stria, fu come volevano i tempi, ristretto alla vita veneziana. L’Istriano, quasi per intiero, smarrì il tipo primitivo ; modificò il suo stesso dialetto, non più dagli accenti crudeli e strani come ai tempi di Dante, ma veneziano, meno a Valle e a Rovigno dove dura anche oggi ; imitò in tutto le virtù e i vizi dei fratelli. I nemici della Repubblica sono nemici dell’ Istria, e non pochi i nomi nei nostri che si segnalarono nelle guerre veneziane. Basterà ricordare tra molti il capodistriano Santo Ga-vardo che già nel 1366, quale sopraceomito della Galea di Capodistria nel-1’ armata navale veneta, spedita contro la ribelle Candia, fu il primo a scalarne le mura e a piantarvi lo stendardo di S. Marco ; e Tiso de Lugnani, pure capodistriano che fu contestabile di Guatamelata e dichiarato benemerito della repubblica (1). Ma 1’ occasione più favorevole a segnalarsi 1’ ebbero gl’ Istriani nelle guerre della Repubblica contro il Turco e gli Uscocchi. In questa lotta della civiltà con la barbarie, l’Istria fece sempre con le sue galee e co’ suoi uomini il proprio dovere ; e di ciò rimangi ino documenti anche oggi (2). (r) Porta Orientale pag. 77. Anno primo. (2) A Roma nella sala del baldacchino ducale del palazzo Colonna ai Santi Apostoli esiste un quadro in pittura ad olio rappresentante — L’ordine che tenne 1’ armata navale veneziana a Lenanto — e vi si leggono i nomi delle cinquanta galee sotto il comando dell’ eroico Barbarigo e tra queste la Leotia con mazza da Capodistria, sopra-comito Domenico del Tacco. E nel palazzo Tacco a Capodistria si conservava fin 1’ altro giorno il fanale (ora si trova a Trieste) d’una galera Turca, trofeo di guerra e gloriosa memoria della battaglia di Lepanto. Vedi Archivio Veneto fase. 68 anno 1887 pagina 341, e il periodico La Provincia dell’ Istria N. 9 anno 1888 nel mio articolo Notizie importanti per la storia istriana. (N. di P. T.)