go esse. Dio buono ! dov’ è egli questo splendore ? o chi n’ è abbagliato ? Lasciamo stare, perdio, e tacciamo ; poiché senza colpa fa vergogna. Il governo italiano dovrebbe almeno esercitare nell’ interno del paese tanta autorità da essere in grado non solo di assumersi esso ogni iniziativa, ma da dar fiducia agli Stati forestieri, che nessuna iniziativa sarà presa nel di dentro del paese, fuori, non dico della volontà e dell’ assenso espresso o tacito, ma del comando suo. Questa diffatti è la prima base di una politica estera ; il dar sicurezza di poter fare quello che si dice di voler fare. Nessun governo debole, straziato o piuttosto poveramente sciupato dal parteggiare politico, può comunicare ad un altro un pensiero sul quale 1’ altro possa contare........ ........ Noi non dobbiamo gridare che abbiamo Italiani da redimere. L’ uso di tale parola è già segno di molta confusione di mente e di grande inscienza del presente momento storico. Ma ci sono terre naturalmente italiane non ancora politicamente tali. Però non v’ ha nulla di meno proprio a renderle tali che le cospirazioni interne e i clamori dell’ Italia irredenta. Uno stato grande, come è ormai P Italia, n’ è reso debole. Io credo che quanti Italiani v’ ha in codeste regioni desiderosi davvero di vederle unite col Regno d’ Italia dovrebbero, prima di tutti, giudiziosi come si mostrarono sempre, respingere apertamente ajuti tanto fallaci e strepiti tanto vani, volti a tutt’.altro intento che a quello che annunciano. Il sentimento civile e serio, eh’ essi così esprimessero, gioverebbe forse a raddrizzare la politica del Regno. Un fine seriamente pensato e costantemente voluto è un mezzo efficace, di ordine e di vigore, così in una singola persona come in una nazione. L’ Italia che si chiama irredenta, potrebbe rendere questo servizio a quella redenta, e trarla fuori, coll’ additarle sé dalla fiacca confusione in cui si dibatte e si consuma ». Or bene, lo diciamo subito : in questi ultimi venti anni