423 Valle. — E Valle il Costrutti Vallis dei Romani, e dobbiamo agli accurati lavori di Mons. Deperis (già parroco di Valle), se conosciamo meglio, oggi, la sua importanza strategica all’ epoca romana e la sua vera posizione nell’ agro colonico polense. Valle stava quasi nel centro dell’ agro colonico, a presidio quindi della strada romana, Paren-zo-Pola. Il Tamaro ebbe indicazioni esatte dallo stesso Deperis e potè nel suo secondo Volume di « Le Citta e le Castella dell'Istria» scrivere su Valle delle cose molto diligenti circa le memorie romane di questa importante località. E conclude che a Valle facevano capo tutti i castellieri preromani, ridotti dai romani a castelli o luoghi fortificati, che a destra e a sinistra difendevano la strada consolare : onde sarebbe chiarito anche il nome stesso di « Castrum vallis », castello, cioè, principale nella difesa dell'Agro Polense a Settentrione. Alla topografia si aggiungono come validi argomenti per la florida romanità di Valle, le scoperte continue e facili di embrici, mattoni, cornicioni, cocci di olle di evidente epoca romana. Mons. Deperis descrisse le fondamenta venute alla luce di un edificio che risponde alle nozioni che si hanno di un torchio olivario. Frequenti monete di bronzo e di argento (i) (quest’ ultime tanto mancanti in altri punti della penisola certamente romanizzati) attestano il luogo frequentato, industrioso e prospero. E dire che il territorio vallese fu assai poco esplorato ! Punta Cissana. — Oggi è detta punta Barbariga, nome impostole dalla vanità della famiglia veneta dei Barbarighi che aveva colà possessioni. È all’ imboccatura del canale di Fasana ed è località non meno famosa per ricordi romani. (i) Basti dire che, numismaticamente, si è potuto costruire sul luogo il secondo triumvirato : dunque non ci fu solo romanità dell’ impero, ma buoni ricordi del tempo successivo alla conquista.