400 una pagina macchiata per miserande dedizioni a tirannica blandizia : non ha fronti curvate alle spade di nessun Brenno : non ha archi di trionfo a dominatori irridenti ai suoi diritti ! Di fronte al romano ha saputo parte del suo popolo morire, e quello che sopravvisse volle gli onori di gloriosa sconfitta, la municipalità, la cittadinanza romana, le agiatezze della civiltà di Roma, gli splendori d’ un anfiteatro, la ricchezza dei monumenti, la partecipazione ai suoi gloriosi destini. E se ai vicini Giapidi, popolo meno vicino alla civiltà italica, che dalla discordia sperava inafferrabili frutti, non avesse 1’ Istria ancora una volta dato 1’ orecchio, essa non sarebbe stata così presto ridotta a provincia colla perdita delle proprie leggi. Non potè tuttavia lagnarsi di passare alla giurisdizione dei Magistrati romani : la sua civiltà non aveva che ad avvantaggiarsi. Del resto l’importazione di coloni latini fu amplissima, appunto per assicurare all’ Istria un’ era di pace e di sicurezza. Si crede salissero a quindicimila i latini formanti le colonie, tra cui subito spiccarono Trieste e Pola, — le cosiddette colonie agrarie o tabelle lungo il Carso (si vegga la carta disegnata dal prof. Puschi e qui annessa del Vallo Romano delle Alpi Giulie), e i già nominati Castelli o luoghi fortificati in tutta la provincia. POLA Ma poiché POLA sorse in quel lembo della penisola dove si ebbero combattute più accanite le battaglie del-1’ indipendenza, e che già doveva essere stato il maggior centro della vita istriana preromana, POLA necessariamente divenne il luogo della maggiore affluenza della vita latina, baluardo del mare, ultimo confine del suolo italico, quasi