592 DELL' HISTORIA VENETA 1638 ni, che prima al Marchefe Cavriani incombeva. Per tutto ciò ulne*d)a' tocc^ d’acutiffima diffidenza i Francefi, inviarono a Manto-rtancefi. va il Signor della Tullerie, cherifiedeva Ambafciator’in Ve. nctia, ancorché il Senato non credette per all’ hora opportu. no irritare d’avantaggio l’animo infofpettito di quella giovane Principetta , oltre modo gelofa della Tua autorità , con inilan-ze molefte. Ma, (limando i Francefi di rompere ogni trattato , col moilrare d’ haverlo (coperto, non fecero altro, che accelerarlo. La Tullerie ricercò , che, rimoili i nuovi Miniilri, ella continuale a fcrvirfi degli antichi, e de’ più confidenti del. la Corona j e la Principetta, interponendo ragioni alle feufe to'quali fotto preteilo di volerne informare il Rè , prefe tempo , fofpc-fo in quel mentre per qualche giorno al Marchefe Guerriero per apparenza il governo, & aggiunto all’ Arrigoni il Conte della Rofcie, Cameriere del Duca Defonto. Non reilavano tuttavia i Francefi contenti, perche i Miniilri Spagnuoli, & in àa'dMs*a Venetia particolarmente 1’ Ambafciatore della Rocca, aflunta gna ricor- pubicamente , fi può dire , la protettione della Reggente, in-Tlntefpofi?ìo. ftavano a^ Senato, che s’interponette per rimuovere tali mo-m Ma ut. leilie, & inilanze, che tendevano ad efercitare appretto la Prin-pU(ltricbìt- cipetta prepotenza , e comando più torto, che amicitia , òcon* fi“™ a»ch* figlio . La Principetta medefima, efpedito a Venetia , per Am-”n' bafeiatore Straordinario, a partecipare la Succeifione del Fi-%aUsuc- glio » *1 Marchefe Niccola Gonzaga , rinforzava gli offitii j ncil (tjfitfi* dei Senato mancava col mezzo d’Angelo Corraro, Cavaliere, fuo ^ìonAmba- Ambafciatore a Parigi, e di Luigi Molino, inviato Ambafcia-feeria fi™- tore Straordinario a Mantova, d’impiegarfi per tutto, affine “fpe'd’ifcTa di raddolcire le acerbità, e fopire le amarezze. Ma, efpcdi-^fbtdeitu’t- da Mantova in Francia il Vefcovo di Cafale, per infor-to ragzua- mar’ il Rè de’ fucceilì, e nel medefimo tempo a Vienna il Mar-gFr”nc°Ja chefe Giovanni Sigifmondo Gonzaga, per chieder l’invertiti!-mandando re, venne appretto la Principefla il Conte Federico Attimis v.tLa'pfr con un fegretario per nome dell’ Imperatrice, fua Zia, fotto TnÙjulurt Prcte^° di confolarla j e fopraggiunto da Milano Diego Saja-’"¡JcvtAffi. vedrà a titolo di complimento , fù rtabilito trà loro, e la Prin-fi,„lY,tSta- cipetta medefima fegreto trattato , che mirava a cacciare di Cafale il Prefidio Francefe. All’ hora i Miniilri di quella Corona Scopertolo, ma volendo diifimularlo , fi partirono da Man-