440 III." Peggio ben più avviene nel V." secolo colle invasioni che diedero il tracollo all’ Impero. Nel 403 si rovesciano i Visigoti con Alarico. Ahimè ! i varchi delle Giulie non hanno più legioni romane, chè a Roma la potenza imperiale sonnecchiava, e quel po’ di vitalità romana che rimaneva si asserragliava al Bosforo. Un guizzo ancora di romano valore agli stipendii di Bisanzio è Stilicone ; poi Belisario. — Sebbene neanche dall’ invasione visigota 1’ Istria sentisse danno diretto, essa patisce tuttavia fiero colpo nei commerci arrestati bruscamente dalla presenza dei barbari sui due versanti alpini. IV." Nuovo flagello sono gli Unni nel 451 con Attila, che dopo 3 mesi di memorando assedio distrugge Aquileja, ultimo rifugio del valore romano, città di gloriose secolari memorie. Essendo 1’ Italia la gran meta degl’ invasori, F Istria ebbe poco a soffrire da tali incursioni : ma in questa degli Unni forse non andò esente di qualche dolore per la lunga permanenza delle schiere barbare ad Aquileja. L’ impero romano d’ Occidente era all’ agonia ! V." Odoacre cogli Eruli e i Rugi lo seppellì assieme al suo ultimo imperatore da burla, Romolo Àugustolo (Agosto 476). Ma Odoacre gode poco il suo trionfo : chè Teodorico coi suoi Ostrogoti nel 489 scese nel Veneto per la valle del Vipacco : vinse Odoacre all’ Isonzo, all’Adige, all’Adda ; —• poi dopo 3 anni d’assedio ebbe Ravenna, dove si era rinchiuso Odoacre, diventando assoluto padrone dell’ Italia. L’ Istria sotto Teodorico. — Quantunque F Istria non avesse punto a lodarsi delle proprie vicende all’ epoca della decadenza dell’ Impero, per le ragioni sopra addotte, tuttavia, vicina così ai grandi varchi per cui passavano e