'13 diplomazia. Rare volte i discorsi furono così elevati e cosi illuminati, onde si fecero applaudire e parlarono con reciproco rispetto uomini di parte assai diversa. Su tutte le questioni quella dell’ Albania ebbe i principali onori. Rimarrà certo fra i più importanti quello del Guicciardini smascherante senza reticenze 1’ agitazione politica austriaca in Albania. Il quale per essere più efficace aveva abilmente esordito con un giudizio favorevole sulla Triplice, dichiarandosi convinto che non vi possa essere in Italia uomo politico che abbia avuto, e abbia la responsabilità del potere, il quale possa aspirare a mutare quelle alleanze le quali assicurarono al paese un sì lungo periodo di pace. Però al nostro egregio ex-ministro premevano i rapporti commerciali, e sfido altrimenti ! Onde se pure è convinto che le alleanze non si debbono subordinare ai rapporti commerciali, confessa che devono alleanze e trattati di commercio camminare paralleli ! E mentre ciò è santamente vero, lascia luogo in lui stesso ad un possibile mutamento dei suoi favori alla Triplice fino all’odio, come qualche cosa di simile in contrario è avvenuto per l’On. Prinetti. Ed è tanto vero ciò, che l’on. Guicciardini, con tutte le dichiarazioni d’ amore per la Triplice, non fu creduto a Vienna, poiché il Pester Lloyd organo della politica estera Austro-Ungarica gli rivide le buccie e denunziò P amico della Alleanza come chi ne sogna la futura rovina. Ma poco c’importa come sia giudicato a Vienna un nostro ex-ministro del valore del Guicciardini : a noi basta che egli, come fece, abbia messo il vero dito sulla piaga. E la piaga era in Albania. Dopo aver raccomandato pupille aperte in Tripolitania per non essere soffocati dalle grandi Potenze in quei mari, viene all’ Albania sulla quale P Italia vorrà far sentire solenne la voce. « Abbiamo subito una Biserta — disse con felicissima frase — ma non potremmo con-Prof. Silvestri — L’Istria. '3