123 Dai quali discorsi e dagli applausi onde furono salu tati gli oratori, si deduce che tutti i rappresentanti della nazione, perfino coloro che un dì forse avrebbero combattuto ogni espandersi delle colonizzazioni o i desiderii di moltiplicare i luoghi dove la bandiera italiana sia rispettata, sentono il bisogno di una politica estera più larga, più efficace, direi quasi più indipendente. Tutti vogliono che i nostri interessi dal lato d’ oriente non siano turbati, tutti sentono che perciò appunto nessuna voce, nessuna proposta da qualsiasi settore venga, deve essere soffocata, perchè il passato nostro è ornai un grande maestro. Fu evocato il nome di Biserta ! Tristissima ma doverosa evocazione quando più evidente si poteva mostrare la necessità di scongiurarne il pericolo dal fatto che una Biserta, e di che pece, pur troppo ! nell’ Adriatico c’ è : Pola e le sue formidabili batterie ! E per finire, lasciando pure tutti gli altri discorsi dal Barzilai al ministro Prinetti, onde fu sì fecondo il dibattito sulla politica estera, ecco le parole di chiusa al proprio discorso, pronunciato dall’ on. Campi, relatore pel bilancio degli esteri, parole rivolte a chi gli aveva gridato di voler ad ogni costo la Triplice alleanza : « Io non chiedo niente : altro è conservare in cuore gli affetti nazionali nei quali tutti gli Italiani sono concordi, e altro è inaugurare una politica attiva di rivendicazione, che riuscirebbe funesta a noi e a quelli che non sono ancora ricongiunti alla patria comune. Nelle presenti condizioni politiche, non è ammissibile una politica di neutralità; vorrei, però, che il rinnovamento della Triplice venisse fatta per modo da garantire i nostr