397 Imperocché quelli furono già esplorati e rilevati, e non havvi manuale di storia che non ne faccia menzione. Del nostro invece nessuno si cura, e forse passeranno molti e molti anni prima che a Castra, o nel castello del Piro, o a Nauporto si festeggi la sua risurrezione, come nella Saalburg fu celebrata con rumoroso fasto quella del Limes retico-gervianicus. Facciamo dunque nostro il voto dell’immortale Pietro Kandler ed adoperiamoci, affinchè ciò avvenga in un avvenire meno lontano ! » E il voto dell’ illustre archeologo triestino s’ adempia ! A questa festa non mancherà di guardare con simpatia 1’ Italia, che pare si risvegli alla fine dal torpore politico dei passati ultimi decennii, onde pareva affatto immemore di ciò che la riguardava tanto davvicino ! LE CITTÀ ROMANE Il vallo Romano delle Alpi Giulie che rinserrava l’Italia orientale con formidabili linee di difese avanzate, disseminato di fortilizii e di castella, di presidii e di accampamenti, doveva conservare per sempre alle genti italiche dell’ Istria, del territorio di Trieste e del Friuli orientale, la fisonomia romana nella vita e nei costumi, difendendole da invasioni esotiche e da velleità straniere. Le colonie avrebbero fiorito sotto il soffio poderoso della civiltà latina, e tale civiltà non doveva più spegnersi in avvenire, per quanto un turbine di vicende sociali ne avesse più volte tentata la manomissione e la distruzione. Si può anzi dire, senza tema di incorrere in errore storico, che tale civiltà sia inesauribile nelle sue energie, poiché tanto più rugge contro di lei aspra la lotta, tanto più conta vittorie ; onde la storia istriana non ha nemmeno Prof. Silvestri — L’Istria 45