333 tici s’ introduce in Europa un secondo tipo (prima migrazioni di arii (?) asiatici) di forme craniche differenti, brachicefalo, cuneiforme, sferoidale, grossolano, con faccia corta e larga, naso corto e largo. Invasione pacifica, lenta, che adotta gli usi e i costumi che trova e non turba la civiltà neolitica fiorente nell’ Europa. Lascia perfino intatto 1’ uso della inumazione. Poi 1’ invasione è colossale ed irruente (seconda migrazione di arii (?) asiatici) (i). Occupa a masse poderose 1’ Europa centrale : discende verso il Mediterraneo, e occupa molta parte d’ Italia, specialmente la valle del Po (ed ecco in tal modo 1’ Italia orientale e 1’ Istria (?) ariana) : vengono invase la penisola iberica e la balcanica. Quando parla la Storia cotesti invasori sono numerosi : in Gallia col nome di Celti ; così nell’ oriente dell’ isole britanniche. Secondo il Sergi anche i secondi invasori erano meno civili degli Europei, quasi barbari, con essi scompare ogni gusto artistico, scompare la scrittura, all’ inumazione si sostituisce 1’ incinerazione dei morti ; 1’ Europa, in una parola, dove è invasa è imbarbarita (altro che genio ario!). Queste masse impongono il loro linguaggio ario : ed ecco le lingue slava, germanica, celtica, greca, latina e lituana. Non così però che non rimangano molti elementi delle lingue primitive prearie : in Italia, nel Belgio, in Germania, nel Balcan, in Grecia, nell’ Asia minore, dovunque. In Europa ad es. fenomeno singolare e straordinario è la sopravvivenza del popolo primitivo, il basco, come stirpe e come lingua. Conclusioni-, L’ Europa neolitica, con popolazione di origine africana, con civiltà mediterranea, nel suo più bel rigoglio, a cui appartengono i prodotti più splendidi della pietra e le artistiche lavorazioni del bronzo, è invasa non (i) Il dubitativo ce lo pongo io, perchè per il Sergi stesso non sarebbero poi arii puro sangue costoro, ma popoli affini arianizzati e precisamente : mongoli e turani. Prof. Silvestri — L’Istria 37