5*9 muore intorbidandosi in fondo col lavarono del fiume, per quanto una diga artificiale tenti di arrestare la fanghiglia che scivola con la dolce corrente quella placidezza romantica, la solitudine, la grandezza del paesaggio vi attraggono : rimanete soprafatti da un incantesimo. » (Op. cit. pag. 217, 218). Parenzo, la bella città romana (v. fig. 21, 49, 50, 80), resistette di più al piccone demolitore. Eppure anche in essa quante cose distrutte e scomparse ! Il genio bisantino, il romano e il cristiano talvolta con varie tendenze, talvolta in ere di transizione lasciarono monumenti propri nello scintillìo dell’oro, sfarzo orientale, nella linea romana così spesso serenamente pura nel suo classicismo, nel simbolo cristiano che tutto invadeva soggiogando. Monumento insigne a Parenzo, unico con tale perfezione nell’ Istria, forse con poche Nazione invidia a ■ • ' -i rivali in tutto il mondo cristiano, è il Duomo detto Basilica Eufrasia-na (v. incisione tra le pag. 332, 333)- Devo tutta la gratitudine a quel modesto quanto dotto giovane, il dott. Pogatscnich che mi condusse a lungo a visitare quanto di notevole c’è in questo p{g g6 Nicqlò Venier tempio sublime (cu Pirano - Ex deput. Dieta Prov.) che ogni grande Parenzo, onde ho potuto farmi una chiara idea delle vicende secolari per cui esso è passato. Non saprei esprimere la commozione che m’invase quando la mia erudita guida mostrandomi nei sotterranei il pavimento a mosaico più antico, mi disse : tutto fa supporre che esso appartenga ai tempi apostolici ! Quali eroi della fede, quai martiri gloriosi s’erano prostrati su quel pavimento ? Furono tre i pavimenti scoperti uno sopra 1’ altro, onde si poterono stabilire tre basiliche distinte : la prima, poi‘una seconda ampliata crescendo il numero dei cristiani e sollevata di livello, detta, per intenderci preeufrasiana, la terza detta eufrasiana, 1’ attuale. Benemeriti degli scavi onde rifulse tanta verità su questa straordinaria basilica furono il dotto parroco di Parenzo, Mons. Paolo Deperis, coadiuvato dal dott. Andrea Amoroso, illustre presidente della società archeologica istriana. Ne trattò con amore l’ing. Giacomo Boni e più dottamente il Marucchi (Bullett. di Archeologia Cristiana). Questi però cadde, ed era inevitabile, qualche errore, che risultò dopo gli ultimi scavi dell’ autunno 1901 sotto la direzione del prof, della Sorbona, Gabrielle Millet, scavi fatti a spese della Giunta provinciale della Società archeologica per iniziativa del dott. Pogatscnich. Questi rimane oggi valorosa-