459 vuto sentirsene dire costui, e proprio lì in faccia ! « Dacché abbiamo costui, non c’ è niente più di sacro e di rispettato ; non giustizia, non equità, non proprietà. « È così brillante la pagina di commento del Fambri che non mi so tenere di farla gustare ai miei lettori : Fig. y 8 CITTANOVA (Antica loggia delle mura a mare) « Ecco le parole di Petrus peccator, che, fra i suoi peccati, non aveva però quello di adulterare i processi verbali. Postqìiam Iohannes devenit iti ducatum, egli tulit nostras silvas, egli Scla-vos super terras nostras posuit, abstulit nostros casinos, e via di seguito. Usurpò tutto, rubò tutto, non remanent nobis boves neque caballi ; in una parola co-testo dux Iohannes divisti populum ìnter filios et filias vel generimi stium. « E il duca Giovanni stava lì a sentire press’ a poco colla faccia che il pennello dell’ Ussi prestò al duca d’Atene nel famoso quadro della cacciata. I messi di Carlo Magno non lo confortarono d’ un gesto. Chi lo avrebbe mai detto ? Essi erano gente coscienziosa e disposta a far giustizia sul serio. Nell’ anno 804, nel quale si diceva Messer lo barone Gesù Cristo, si lasciavano poi nelle peste i baroni a questo modo ! Quardi un po’ il lettore quando si millanta che i diritti del popolo sono stati inventati nel 1789 ! Il duca Giovanni ebbe poi la parola e rispose smarrito : E vero, ho fatto