354 pre in uno stato di inferiorità di fronte agli istriani : che lo scambievole accordo si è imposto contro il nemico comune lo slavo : che questo fu delle Alpi Giulie cioè dalla catena dei Vena e dei Caldera tagliato fuori dalla provincia e che non vi si introdusse che in tempi recenti, poiché al tempo di Carlo Magno v’ erano dai provinciali fortissimi lagni contro qualche parziale loro intrusione, come apertamente vedremo nel Placito del Risano. Al tempo della conquista romana, più che 2000 anni fa, Plinio accenna alle popolazioni della regione istriana da Pola a Trieste : “ Molti popoli abitano le Alpi, ma sono illustri da Pola a Trieste i Secussi, i Subocrini, i Ca-tali, i Menocaleni ,, (1) Ora alcuni di questi sarebbero di razza celtica : non tutti però, chè nei Giapidi e nei Liburni non stenterei riconoscere popolazioni italiche celtizzate (2). Riepilogando : L’ Istria fino dall’ antichità più remota fu abitata da una razza che andò sempre più svolgendo la propria civiltà attraverso le note epoche litica, neolitica, del bronzo e del ferro. Tale razza fu decisamente medi-terranea ed italica e si serbò per più secoli immune da altre mescolanze etniche : in questi secoli però conobbe le civiltà più progredite degli euganei e dei veneti prima, degli etruschi poi, dal lato del continente e dal tratto del-1’ Adriatico superiore, nonché la micenea dal lato del mare inferiore. Per la sua posizione geografica le invasioni pro-tocelte prima e protoslave poi la sconvolsero assai meno (1) « Incolae alpium multi populi, sed illustres a Pola ad Tergestis re-gionem Secusses, Subocrini, Catali, Menocaleni » L. Ili, cap. XX. (2) I Liburni infatti si trovano stanziati anche sulla costa orientale italiana da Ancona in giù : e gli lapidi dell’ Istria hanno radice etimologica comune coi Iapigi della penisola Sallentina (Magna Grecia). Adesso non è il caso di dire chi primo di essi si mosse da una costa all’altra, ma è provata la migrazione e la reciprocità delle relazioni etniche dall’ una sponda all’ altra dell’ Adriatico.