360 assegnare, un distacco della civiltà della spiaggia da quella dell’ interno dell’ Istria. Questa secolare fusione ha portato 1’ Istria a quel benessere e a quell’altezza di ideali, da far fronte alle aquile romane ! Ciò vuol dire che la civiltà della costa* a poco a poco si è propagata anche nell’ interno. E qui non tralascio un bellissimo periodo del De Franceschi che fa a capello : « La fusione di stirpi diverse commiste in un paese, è lavoro di tempo e procede da sè necessariamente ed in modo naturale. Il popolo più colto, per gli elementi di forza intellettuale, morale ed economica • che porta in se, assorbe immancabilmente il meno ingentilito, sia. pur numeroso ». L’ Istria preromana adunque presentava ormai una etnologia omogenea e prettamente italica, e imitava delle provincie italiche la disperata energia contro Roma, come fecero i Sanniti, gli Etruschi, e proprio contemporaneamente all’ Istria, la forte Liguria. Tutte le quali guerre di Roma erano assolutamente di primato non di razza, chè il genio latino nella sua irresistibile livellazione a-veva intuito nella italicità delle provincie che conquistava il più forte fattore all’ unità di un vasto impero Romano in cui occorreva confondere aspirazioni e glorie, operosità e speranze, donde muovere alla conquista del mondo attirandolo nella stessa sua orbita luminosa. Certamente questo era l'indice di una incrollabile fede nella propria coscienza, ma ad un tempo un grande intuito dell’ idea nazionale, la quale doveva sorgere sulle idee nazionali più ristrette delle singole provincie. Viribus unitis o per amore o per forza, questo era il mezzo onde 1’ accorgimento politico di Roma corse ad una meta umanitaria .quanto era possibile tra il feroce grido della conquista. L’ Italia certo si delineò nella sua geografia quale Provvidenza F avea creata una ed integra difesa, a Nord da una corona colossale di Alpi, e tutto all’intorno dall’ampio mare.