484 mezzo più facilmente il protestantesimo fra le popolazioni di quella schiatta. Cercando uomini a ciò adatti, gettò gli occhi su Primo Truber, prete camiolico, che con calore aveva aderito alla riforma, e predicava a Lubiana ed in altri luoghi ove era stato parroco, levando fama di sè. Egli intraprese la traduzione in lingua slovena della Bibbia e di altre pubblicazioni, in che ebbe poi coadiutore il sunnominato Giorgio Iuricich da Castua. Le traduzioni in lingua croata furono assunte dal pinguentino Stefano Console e da Antonio Dalmata e qualche altro, tra cui era il prete Giorgio Zuecich o Sfecich fattosi protestante, che sembra nato sul Carso. A collaborarvi s’ erano offerti anche il vicario di Pisino Matteo Zivcich, ed il prete di Gallignana Francesco Claj, però rimanendo in patria, non potendo essi abbandonarla. Il dì i. Gennaro 1563 vennero a Pisino i suddetti Console e Sfecich, e conchiusero coi preti Fabiani e Zivcich in Pisino, e Claj in Gallignana un contratto con cui si assunsero la revisione e correzione delle traduzioni eseguite in lingua croata, che essi più tardi dichiararono esatte. Francesco Barbo dei signori di Cosliaco, capitanio di Fiume, dimostrò grande interesse per queste traduzioni, impegnandosi di promuovere lo spaccio delle stampate. Sembra senz’ altro che il sopra rammentato vicario di Pisino Matteo Zivcich si facesse poi protestante, poiché troviamo il suo nome fra i predicatori luterani stabiliti dagli Stati delle Carniola in varie regioni della provincia. Egli e Gregorio Stradiòt appariscono predicatori nel Carso (lo Zivcich già nel 1569), e lo Sfecich nel 1575 aveva la sua sede in Senosechia, luogo pure del Carso. Il vescovo di Pola nel 1579 insisteva presso il capitanio di Fiume di mettere le mani addosso allo Zivcich ; all’ opposto gli Stati della Carniola deliberarono che lo lasci passare. La venuta libera e senza riguardi dei notori protestanti Stefano Console e Giorgio Sfecich a Pisino, ed il contratto conchiuso coi Fabiani, Zivcich e Claj, per la revisione delle loro traduzioni slave, mostra che nella Contea i principi della riforma, cui aderivano parecchi nobili, trovavano sim= patie fra il clero, le quali però furono a tempo soffocate dal governo con espulsioni, arresti, multe e sequestri di beni. Con questi mezzi e con quelli, non meno temuti, impiegati dalla santa Inquisizione nell’ Istria veneta, la provincia andò esente dalle agitazioni religiose, che lungamente turbarono le vicine provincie austriache. » Chiamata di genti barbare in Istria. — Non c’è dubbio che le irruzioni barbariche portarono un grave colpo al-F accrescimento naturale della popolazione istriana, e il Placito del Risano, sebbene non provi la necessità assoluta della chiamata degli Sciavi, ne dice però 1’ esistenza. Sono